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Prima approvazione per la proposta della Commissione europea, ecco cosa succede ora.

Il Parlamento europeo ha dato il primo ok alla proposta della Commissione europea di inserire il piano RePowerEu nei Pnrr dei vari Stati membri dell’Ue. Con il via libera, arrivato con 471 voti favorevoli, 90 contrari e 53 astenuti, l’Europarlamento assume quindi la sua posizione negoziale nelle trattative con i Paesi membri sul regolamento varato dall’esecutivo europeo.

Cosa succede ora

La proposta della Commissione europea è di inserire nei Piani nazionali di ripresa e resilienza nuovi obiettivi, legati all’indipendenza energetica dalla Russia. Con l’approvazione del Parlamento europeo, è possibile ore aprire negoziati con i vari Stati membri in Consiglio Ue. Gli europarlamentari hanno chiesto di includere misure di risparmio energetico, sostegno alla produzione di energia pulita e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico nel capitolo aggiuntivo ai loro Pnrr.

La proposta di von der Leyen

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ieri aveva spiegato: “Incrementando la potenza finanziaria di RePowerEu, garantiremo a tutti gli Stati membri di poter realizzare investimenti critici. Tutti avranno la stessa opportunità di prepararsi al futuro e, allo stesso tempo, un po’ di margine fiscale per sostenere imprese e famiglie vulnerabili. Tra gli obiettivi del RePowerEu c’è la necessità di mantenere competitiva l’industria europea“.

Le critiche dall’Italia

Non mancano però le voci critiche. Come quella di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei: “Il RePowerEu ha anche dei limiti e il Pnrr era stato programmato prima dello scoppio della guerra in Ucraina e con un costo delle materie prime più basso. C’è poi la questione della disponibilità finanziaria che altri Paesi hanno di poter accedere alla quota residua dei prestiti“. Se Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, aveva aperto alla possibilità di rinegoziare il Pnrr con l’inserimento del RePowerEu, anche Fitto è d’accordo e ha spiegato: “L’Italia ha utilizzato pienamente la quota di indebitamento utilizzabile per il Pnrr e ciò limita molto l’ampiezza del Repower. L’Italia ha una quota di 2,5 miliardi di euro di Ets e poi ha la possibilità di utilizzare quote percentuali della coesione per le politiche agricole ma su questo sarei più cauto. C’è la necessità di usare il RePower come elemento di implementazione e integrazione del Pnrr ma l’obiettivo che abbiamo è quello di far sì che Pnrr e coesione possano dialogare tra di loro“.