I polpi sono tra gli animali più intelligenti del pianeta. Per questo non dovrebbe stupire che essi siano anche quelli che meglio si adattano al cambiamento.
Una ricerca scientifica pubblicata su Marine Pollution Bulletin, però, ha dimostrato che a causa delle grosse quantità di rifiuti prodotti dagli esseri umani che si trovano sui fondali marini, ora diverse specie di polpi hanno cambiato le loro millenarie abitudini per adattarsi al nuovo (inquinato) ambiente esterno.
In sostanza, da qualche anno questi animali hanno iniziato ad utilizzare lattine, bottiglie e batterie che arrivano fino al mare per i loro scopi. Principalmente per nascondersi e deporre uova.
Si tratta del primo studio che valuta in maniera sistematica l’uso dei rifiuti da parte dei polpi. L’analisi è stata effettuata utilizzando immagini di crowdsourcing, dunque attraverso l’analisi di centinaia di foto subacquee pubblicate su piattaforme social, in database di immagini o raccolte da biologi marini e gruppi di interesse subacqueo.
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Lo studio ha individuato 24 specie di polpi che utilizzano oggetti umani per i loro scopi primari. Il più comune è quello di ripararsi. Per questo è molto comune l’utilizzo di lattine e bottiglie di plastica.
Alcuni esemplari, poi, utilizzano cumuli di plastica per nascondersi dai predatori e addirittura un esemplare andava in giro sostenendo un pezzo di plastica come barriera per confondere il nemico naturale.
E poi sono stati individuati diverse decine di esemplari che hanno deciso di deporre le proprie uova all’interno di pneumatici o bottiglie.
“Video e foto effettuati nelle acque profonde sono state estremamente interessanti, perché hanno mostrato che anche a grandi profondità questi animali interagiscono con i rifiuti”, ha detto al Guardian la professoressa Maira Proietti dell’Università Federale del Rio Grande in Brasile che ha supervisionato la ricerca.
“I polpi – ha poi continuato – vedono chiaramente che c’è molta spazzatura in giro e dunque hanno cominciato ad utilizzarle come strumenti di mimetismo artificiale”.
Ma attenzione a divertirsi pensando alle nuove abitudini dei polpi. La professoressa Proietti, infatti, fa notare che se così tanti esemplari e specie hanno cambiato le loro abitudini ciò significa che la quantità di spazzatura in mare è davvero impressionante e questo andrà ad inficiare sullo stato di salute dei polpi stessi che interagiscono con materiali potenzialmente pericolosi.
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