È morto l’elefante più sacro dello Sri Lanka, aveva 68 anni

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Il presidente del Paese ha chiesto che i resti siano conservati per i posteri e che l’animale sia dichiarato “tesoro nazionale”

È morto ieri Nadugamuwa Raja, l’elefante più sacro dello Sri Lanka. Aveva 68 anni (69 per alcuni media locali) ed era stato  15 anni in “servizio” in qualità di “capo” di un centinaio di elefanti selezionati appositamente per le loro caratteristiche e la loro sacralità e che ogni anno partecipano all’importante festa buddista Esala Perahera nella città di Kandy.

La morte di Raja ha innescato un’ondata di sgomento nella nazione insulare dell’Oceano Indiano. Numerose persone si sono recate in pellegrinaggio presso i resti dell’animale a Weliweriya vicino alla capitale Colombo per pregare e toccare le zanne dell’animale considerato sacro.

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Dopo la sua morte, il presidente dello Sri Lanka, Gotabaya Rajapaksa, ha dichiarato l’animale un “tesoro nazionale” e ha decretato che i suoi resti debbano essere imbalsamati.

 

La morte dell’animale ora apre il problema della successione. Le caratteristiche per diventare l’elefante più sacro del Paese, infatti, non sono poche.

Prima di tutto deve appartenere a una certa casta e deve essere maschio. Inoltre deve avere delle caratteristiche fisiche speciali. Tra queste, deve essere in grado di toccare terra in sette punti stando in piedi: con le quattro zampe, con il tronco, il pene e la coda. Inoltre, deve essere alto almeno 3,60 metri.

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