Cannabis store. Di Erika Olimpio. Anche a Venezia arriva il Cannabis Store, negozio della catena nata a Amsterdam e che si sta diffondendo in tutta Italia. Dopo pochi giorni dall’apertura sono scattati i sigilli per anomalie e inottemperanze igienico-sanitarie. Ma sabato mattina l’esercizio commerciale ha riaperto i battenti. E le polemiche continuano.
Ma di cosa esattamente si tratta?
Con i Cannabis Store, la foglia di marijuana diventa vera e propria merce. Tutto alla luce del sole. Stampata su tazze, zaini e vestiti, sarà venduta a Venezia in Strada Nova. Fa parte di una catena che si sta diffondendo sempre di più in Italia, dopo le aperture a Catania, Napoli, Lecce, Caserta e Roma, dove nel dicembre scorso è stato inaugurato il secondo negozio. L’attività di produzione e di commercio si mantiene entro i limiti fissati dalla legge con il valore di Thc che deve essere al di sotto dello 0,6% (cannabis light).
Nei negozi della catena, infatti, non si possono comprare oltre ai capi d’abbigliamento o zaini, anche biscotti, caramelle, e altri alimenti a base di cannabis e persino semi di marijuana, che non possono essere piantati, ma solo collezionati. Ci sono anche foglie di cannabis essiccate, in cui è presente il principio attivo rilassante, il cannabidiolo, ma non quello psicotropo e di conseguenza illegale, il tetraidrocannabinolo o Thc.
Tutti i prodotti, inoltre, sono vietati ai minori di 18 anni e venduti soltanto dopo il controllo di documenti d’identità.
Luigi Corò, presidente del Cmp (Comitato Marco Polo), ha subito presentato un esposto contro la nuova apertura del Cannabis Store di Venezia. Secondo Corò, infatti, questo tipo di negozio alimenta la cultura della droga e favorisce la diffusione e l’utilizzo della marijuana, invogliando anche i giovani ad avvicinarsi al mondo della droga. I semi che il negozio fornisce, sostiene inoltre il presidente, potrebbero tranquillamente piantati.
L’esposto presentato il 27 gennaio, è stato immediatamente recepito dal Comune di Venezia che il 30 gennaio ha effettuato una serie di controlli con l’invio di una pattuglia di vigili urbani che riscontrate delle inadempienze ha posto il locale “sotto fermo amministrativo”. La motivazione dell’ispezione, giustificata da una “carenza igienico-sanitaria”, non è apparsa del tutto convincente è ha scatenato la reazione dei gestori e di tanti cittadini e altrettante associazioni che non avevano visto una reazione del genere da parte delle forze dell’ordine neanche in ristoranti o bar. Ma dopo qualche giorno il Cannabis store è stato riaperto “solo per la parte non alimentare”, come ha specificato il comandante della polizia locale, Marco Agostini. Una multa di 3mila euro e tanta pubblicità per il nuovo esercizio commerciale.
Vedremo come continuerà questa vicenda.