A Trevi (Pg) la mostra accessibile e multisensoriale sulla vita degli alberi

Fino al 28 Aprile 2024 a Trevi un’esperienza immersiva, tattile, visiva, olfattiva ed uditiva nel mondo degli alberi e della natura. La mostra è il frutto di una settimana di residenza artistica di 23 artisti provenienti da tutto il mondo.

Nelle splendide sale di Villa Fabri a Trevi (Pg) è stata inaugurata la mostra accessibile e multisensoriale ‘Storie sulle dita – ALBERI’, organizzata dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi ONLUS.

Una vera e propria esperienza immersiva, tattile, visiva, olfattiva ed uditiva nel mondo degli alberi e della natura che sarà possibile vivere fino a domenica 28 aprile 2024.

Ad intervenire all’inaugurazione della mostra gli amministratori del Comune di Trevi, che hanno concesso gli spazi di Villa Fabri per l’intera settimana permettendo agli artisti di risiedere e lavorare in quella straordinaria location.

Sono stati 23 gli artisti da tutto il mondo hanno vissuto e lavorato a Villa Fabri di Trevi.

La mostra è stata illustrata dalla curatrice e direttrice scientifica Alessandra Viola.

“Una mostra veramente speciale per vedenti e non vedenti. Una mostra tattile – ha detto Alessandra Viola – che è centrata sulla multisensorialità, che è un elemento veramente centrale per capire la straordinaria natura degli alberi”.

“Annusandoli, toccandoli – ha spiegato – sentendo il rumore che fanno e naturalmente anche guardandoli, abbiamo la possibilità di ricostruire l’immagine completa di che cosa è questo essere vivente così tanto più grande, più pesante, più complesso e più longevo di noi”.

“È un compito che mi sono assunta con grande entusiasmo – ha aggiunto Viola – anche perché abbiamo chiesto aiuto a tanti artisti che vengono da tutto il mondo e trovo che l’arte sia un ponte veramente unico per aiutarci a travalicare la nostra natura umana ed addentrarci in quella vegetale”.

La mostra

“Ho scelto – ha sottolineato Alessandra Viola – di dividere la mostra in 4 sezioni che richiamano il ciclo della vita vegetale. Si parte dal ‘Germogliare’, quindi dal momento in cui il seme dischiude tutte le sue potenzialità, la vita nasce ed ha il suo inizio, anche qui in modo molto poetico”.

“Poi c’è la ‘fase della crescita’ – ha proseguito – quella in cui la pianta ed anche noi, perché c’è tutto un parallelo anche con la condizione umana, diventiamo pienamente quello che poi siamo: il corpo che cambia, le amicizie, le connessioni. Poi c’è la ‘fase della ‘vita adulta’, quella in cui queste relazioni si trasformano in amicizie anche più intime, quindi c’è la ‘fase della riproduzione’ e poi ancora il corpo che si trasforma, la genitorialità”.

“C’è l’entrare in connessione con altri tipi di esseri viventi diversi da noi – ha ricordato Viola – per esempio le piante con gli insetti. E poi c’è la fase che, potrebbe essere finale in un’idea di vita lineare come la nostra, e che invece è circolare nel tempo vegetale, che è quella che richiama il ciclo della vita, più che la morte”.

“La fase in cui si parla di cosa accade all’albero che muore. L’albero – ha detto in conclusione la curatrice Alessandra Viola – si fa casa per altre specie viventi: per i funghi, per gli uccelli, per tanti insetti, e poi piano piano si trasforma e quindi questa vita, riparte”.

La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Alle parole di Alessandra Viola sono seguite quelle di Rodolfo Masto, Presidente della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi.

“L’attenzione ai temi naturalistici e ambientali indagati sia artisticamente che didatticamente – ha riferito Masto – ha generato in questo caso una mostra accessibile unica nel suo genere. Un interessante viaggio multisensoriale che si farà apprezzare sia dai vedenti che dai non vedenti”.

“Vorrei sottolineare – ha detto in chiusura Rodolfo Masto – che il nostro intento è quello di favorire sempre la formazione alla percezione aptica perché per quanto la tecnologia possa supportare i non vedenti nella conoscenza, l’aspetto tattile se ben allenato è sempre il miglior mezzo per sopperire alla mancanza della vista”.