Seconda giornata della fiera internazionale ZeroEmission Mediterranean, dal 10 al 12 ottobre a Fiera Roma.
ZeroEmission Mediterranean, con oltre 140 espositori nazionali e internazionali ed un intenso programma di conferenze ed eventi, è un punto di riferimento per la crescita delle energie rinnovabili, lo sviluppo delle tecnologie green e la lotta ai cambiamenti climatici, in Italia e in tutta l’area del Mediterraneo.
Dopo l’inaugurazione dell’evento martedì 10 ottobre, a Fiera Roma, alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nella seconda giornata tra i convegni un dibattito dedicato alle opportunità dell’eolico Onshore ed Offshore.
“Abbiamo 70 progetti in fase di valutazione al Ministero dell’Ambiente. Devo dire che la commissione PNRR-PNIEC sta lavorando molto bene. – dichiara a TeleAmbiente Fulvio Mamone Capria, di Aero (Associazione Energie Rinnovabili Offshore) – Ma abbiamo bisogno di un vero coordinamento politico ministeriale perchè le competenze sono diverse. Ci sono le infrastrutture, perchè dobbiamo dotarci di un grande piano portuale per la logistica al fine di costruire queste grandi piattaforme galleggianti. Col Ministero delle Imprese, invece, abbiamo bisogno di chi ci fornirà l’acciaio, per costruire questa sfida tecnologica. Vogliamo coinvolgere anche i pescatori in questa grande avventura per costruire l’eolico in mare“.
“Elettricità futura, nel piano che ha presentato per il 2030, ha posto come obiettivo l’installazione di 85giga di impianti a fonti rinnovabili, di cui 25 sono impianti eolici. – afferma Edoardo De Luca, direttore generale Elettricità Futura –
L’eolico onshore è una tecnologia matura che contribuisce in modo importante allo sviluppo energetico del paese. Quello offshore è potenzialmente una tecnologia sulla quale l’Italia deve puntare. Bisogna avere, in ogni caso, un quadro operativo chiaro che permetta agli operatori di poter pianificare gli investimenti su questo settore che è fondamentale per la transizione energetica“.
Il convegno “La campagna del litio”
Secondo lo studio condotto da The European House Ambrosetti, i Paesi dell’Unione Europea importano l’80% delle materie prime critiche (MPC), di cui il 56% dalla Cina. Il piano dell’Unione Europea mira a ridurre questa dipendenza cercando nuovi giacimenti e sviluppando una reale economia circolare all’interno dei Paesi membri.
Per quali ragioni è importante il litio? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Vigni, coordinatore Circular Economy Network. “Primo perchè non sarà possibile la transizione energetica, sviluppare le energie rinnovabili, passare all’auto elettrica, ridurre le emissioni di CO2, senza alcune materie prime cosiddette critiche, di cui il litio forse è la principale perchè necessaria per le batterie. E poi, per ragioni geopolitiche. Il litio oggi è estratto solo in alcune parti del mondo, lavorato e raffinato dalla Cina. L’Europa, se vuole approdare alla neutralità climatica, ha bisogno di litio, ma ne produce solo l’1%. L’approvazione del nuovo regolamento sulle materie prime critiche punta non solo su cercare il litio sul suolo europeo, ma, soprattutto, sul riutilizzo e sul riciclo”.
Per quanto riguarda l’Italia, il riciclo potrà soddisfare nel 2040 dal 20% al 32% del fabbisogno annuo di materie prime strategiche. Tuttavia, per raggiungere tassi di riciclo significativi e potenziare l’autonomia è necessario un incremento della dotazione impiantistica.
“Noi siamo i promotori in Europa del riciclo. Cobat da 30 anni che si occupa di batterie al piombo, ormai abbiamo raggiunto un riciclo quasi del 90%. – afferma a TeleAmbiente Michele Zilla – amministratore delegato Cobat – La batteria al piombo è una batteria di consumo, si rompe, la cambiamo e abbiamo una batteria di rifiuto. L’accumulatore a litio per l’automotive ha un altro problema: dura di più la batteria rispetto all’automobile. Non può, perciò, cambiarla il cittadino, diventa un sistema professionale ed è l’officina ad occuparsi del cambio della batteria a litio”. Ed aggiunge: “A gennaio si ci sarà l’inaugurazione di un nostro stabilimento per il riciclo di accumulatori al litio provenienti sia da domestico, che dalla parte dell’automotive. Noi le ricicliamo, ma la domanda è: a chi le diamo? Vanno costruite industre che permettano di riutilizzare questo prodotto“.