Witty, dispositivo capace di allungare la vita delle batterie degli smartphone, è stato ideato da una startup di Roma. Il CEO Andrea Tognoli: “Il nostro device è anche amico dell’ambiente”.
Chiamate di lavoro, messaggi a tutte le ore della giornata, foto postate sui social. Gli smartphone ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Nel corso del tempo, però, la batteria del cellulare perde prestazioni. E così, a Roma, una startup di tre ingegneri ha ideato Witty Power, un piccolo dispositivo capace di allungare la vita del telefono. A partire dal 2018, nei laboratori della Sapienza – Università di Roma, Andrea Tognoli, Lorenzo Craia e Luca Martini hanno lavorato per realizzare uno strumento capace di gestire autonomamente la ricarica dei device digitali. Una volta inserito tra il caricatore e il cavo di ricarica, Witty interrompe, infatti, l’afflusso di corrente elettrica.
“Witty nasce da un’idea sviluppata grazie anche alla conoscenza dei miei attuali collaboratori. Siamo riusciti a trovare una tecnologia che permettesse di estendere la vita delle batterie, sia nel breve periodo, cioè durante la singola giornata, sia nel lungo periodo, così da tenere lo stesso telefono non più un anno e nove mesi di media, ma fino a quattro anni“, spiega a Teleambiente Andrea Tognoli, CEO di Witty.
“A volte, quando andiamo a dormire, mettiamo in carica il telefono e lo lasciamo lì per la mattina dopo. È però una pratica molto sbagliata. Le batterie non dovrebbero né arrivare allo 0% prima di essere rimesse in carica né essere mantenute al 100%. Ed ecco perché si consiglia una ricarica tra l’80% e il 20%“.
Eppure, un prodotto capace di ricaricare il cellulare almeno all’80% sarebbe stato poco attraente. E così i tre ingegneri hanno ideato Witty per avere uno smartphone performante.
“Dopo averlo sviluppato alla Sapienza, abbiamo fatto una campagna di crowdfunding, in stile americano. In poco tempo, abbiamo venduto il nostro prodotto in pre-ordine dopo avere ricevuto richieste da 700 persone in tutto il mondo. Poi, siamo partiti ufficialmente con l’azienda“, racconta l’ingegnere.
Ecco perché Witty è amico dell’ambiente
Le batterie agli ioni di litio perdono prestazioni dopo appena due anni di utilizzo. Smaltirle è però molto costoso: per riciclarne una tonnellata occorrono almeno 5.000 dollari (quasi 4.800 euro), mentre per estrarlo si danneggia l’ambiente.
Ed ecco perché l’unica strada percorribile diventa quella di Witty, così da fare vivere più a lungo le batterie agli ioni di litio. Se il 10% della popolazione mondiale utilizzasse il dispositivo intelligente, si risparmierebbero 144 milioni di batterie, 863 tonnellate di litio e 1.796.875.000 litri di acqua. “Se si moltiplica questa cifra per tutti i possessori di almeno uno smartphone in tutto il pianeta Terra, oltre 6 miliardi, diventa un numero notevole“, afferma Andrea Tognoli.
“Ci sono 5 R che descrivono la sostenibilità e si è abituati a pensare spesso al Riciclo e al Riutilizzo. Noi, invece, ci focalizziamo sulla Riduzione. Andando a preservare la vita delle batterie, riusciamo a evitare che queste vengano immesse sul mercato ogni anno in quantità disastrose“.
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Ecco i motivi per usare Witty
Anche se gli smartphone di ultima generazione hanno un software per ottimizzare la vita della batteria in base alle nostre abitudini quotidiane, Witty resta la soluzione più sicura.
“Il problema è che, se il telefono non riesce ad apprendere la routine giornaliera, perché magari un giorno ti svegli alle 6 e il giorno dopo alle 7, il cellulare non riuscirà mai a ottimizzare il ciclo di vita della batteria“, sottolinea il CEO della startup romana. “Noi consigliamo l’utilizzo di Witty durante la notte. Lo si attiva con il suo pulsante, e poi gestisce in maniera intelligente la fase di ricarica, andando a scollegare il device quando raggiunge il 100% di carica. Insomma, è come se ci si svegliasse durante la notte per staccare il cavo“.
Di certo, Witty contribuisce a fare risparmiare i suoi possessori, soprattutto in un periodo storico con rincari sull’elettricità. “Meno ricariche durante il giorno significa maggiore risparmio energetico, viste anche le recenti questioni relative alle bollette“, conclude Andrea Tognoli.
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