All’appello si è unita anche la tennista britannica Laura Robson.
Il torneo di Wimbledon, uno dei più affascinanti e seguiti tra tutti quelli del Grande Slam, è partito. C’è però una polemica e un grande numero di appelli, da parte di attivisti e di tennisti professionisti. Agli organizzatori del torneo e allo sponsor Evian, multinazionale dell’acqua, è stato infatti chiesto di limitare l’utilizzo di bottiglie in plastica monouso.
L’ultima ad unirsi all’appello è la 28enne tennista Laura Robson. L’anglo-australiana ha spiegato: “Wimbledon dovrebbe bandire la plastica monouso, oppure limitare l’utilizzo di bottiglie ad un massimo di una per ogni atleta. Servirebbe incentivare questo meccanismo con delle multe“. Il problema, in questo caso, riguarda ad esempio i rituali di Rafael Nadal. Il campione spagnolo, per scaramanzia, è solito allineare più bottiglie d’acqua accanto alla propria panchina, bevendo un sorso da ciascuna.
“Ci sono un sacco di tennisti che magari bevono appena due sorsi e poi gettano via le bottiglie. Non è un bell’esempio. Non si potrebbero multare?” – ha spiegato Laura Robson, riportata dal Guardian – “Non so come si potrebbe attuare, ma bisognerebbe iniziare a pensarci. Quanto accaduto all’Open di Francia può essere un esempio“.
Al Roland Garros, infatti, tutti i tennisti sono stati chiamati a rispettare una scelta sostenibile: utilizzare solo bottiglie riutilizzabili e sponsorizzate. Mentre a Wimbledon, secondo una stima, ogni anno vengono distribuite circa 420mila bottiglie in plastica monouso. I primi a chiedere agli organizzatori di limitarne l’utilizzo sono stati gli attivisti britannici di Greenpeace. Maja Darlington ha spiegato: “Wimbledon è un torneo famoso in tutto il mondo, se possono pagare i giocatori 50mila sterline solo per partecipare al primo turno, allora possono anche permettersi di fornire bottiglie riutilizzabili, evitando di contribuire all’inquinamento da plastica“.