White striping, continua il botta e risposta con Lidl. Essere Animali: “Li invitiamo nella nostra sede per consultare il report e valutare l’incidenza del white striping nei supermercati insieme”.
Sul fenomeno del white striping, ovvero una malattia indice di sofferenza degli animali, riscontrato nel 90% dei polli Lidl, continua il botta e risposta tra la catena di supermercati e Essere Animali, che ha pubblicato il report.
Dopo la pubblicazione delle analisi effettuate dall’associazione animalista, in cui è risultato che in 9 campioni su 10 di pollo erano presenti le striature bianche tipiche del white striping, che riduce le proteine e aumenta i grassi nelle carni fino al 224%, Lidl si è scagliata contro Essere Animali.
“Notizie non veritiere mirate a ottenere visibilità mediatica a discapito della corretta informazione al consumatore”, questa la replica della catena di supermercati tedesca.
Essere Animali risponde a Lidl: “Li invitiamo nella nostra sede per consultare il report”
L’associazione animalista però, dopo il comunicato di Lidl vuole fare chiarezza. “Nel nostro report specifico sul problema del white striping non abbiamo fatto riferimento a rischi generici per il consumatore, ma esclusivamente a quelli legati all’aumento dei grassi proprio dovuto alla presenza di white striping nel petto di pollo, un alimento che viene invece spesso presentato come l’emblema del prodotto ‘salutare’ a basso contenuto di grassi e ricco di proteine”, spiega Essere Animali.
A supporto dell’associazione, le spiegazioni del prof. Massimiliano Petracci, ordinario presso il dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, sui depositi di grasso intramuscolari che: “nei polli giovani sono del tutto anomali”.
Essere Animali poi, invita Lidl a discutere insieme del report: “Invitiamo con molto piacere i rappresentanti di Lidl in Italia a un incontro nei nostri uffici per poter valutare e consultare con noi il report prodotto. A questo ovviamente aggiungiamo la nostra massima disponibilità ad accompagnare i rappresentanti di Lidl insieme a un media indipendente nei loro supermercati, in modo da poter valutare insieme l’incidenza di questa problematica.”
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