Welfare rurale. La campagna come luogo di inclusione sociale

Il mondo della campagna si dà appuntamento come ogni anno in piazza Pio XII per mostrare come l’agricoltura sociale stia diventando una realtà sempre più inclusiva.

Prende il nome di welfare rurale quell’insieme di attività che vanno dalle fattorie didattiche alla terapia con gli animali; asini, alpaca o cavalli, fino alla creazione di posti di lavoro per persone con disabilità fisiche o psichiche.

Coldiretti e Aia (Associazione Italiana Allevatori) hanno portato gli animali a San Pietro per la tradizionale benedizione nel giorno in cui si celebra Sant’Antonio Abate, patrono degli animali. Durante la giornata gli stand hanno dato informazioni sulle attività svolte nelle campagne e hanno mostrato gli animali allevati.

“La Fattoria Italia – ricorda Coldiretti- rappresenta oggi uno straordinario patrimonio del Paese in termini economici e ambientali, con 5,8 milioni di mucche, vitelloni e vitelli e bufale, 5,6 milioni di pecore e capre, 8 milioni di maiali, ma anche 11 milioni di conigli, quasi mezzo milione tra cavalli e asini e 150 milioni di polli.” I giovani della Coldiretti hanno portato dei cesti con i prodotti ottenuti grazie al coinvolgimento nelle fattorie delle categorie più deboli.

Roberto Nocentini, Presidente AIA ha dichiarato a TeleAmbiente: “Ormai questa è una tradizione e siamo qui con gli animali perché vogliamo rappresentare il grande valore della zootecnia nel nostro Paese. A Volte la zootecnia in Italia è sottovalutata, noi vogliamo sottovalutare che la zootecnia è la soluzione e nonni problema in molti casi.

Cristiana Lauriola, giovane imprenditrice di Coldiretti, era presente in piazza e ha raccontato ai microfoni di TeleAmbiente l’esperienza fatta con al sua azienda agricola: “Colle Rosa è una piccola azienda agricola a conduzione familiare nell’entroterra pescarese, dove ci stiamo curando di fare anche agricoltura sociale, per noi è importante aiutare il prossimo. Essere un’allevatrice giovane comporta avere tanto coraggio ma dà anche delle soddisfazioni. Quando aiutiamo delle persone spesso veniamo ripagati con una completa gratitudine. Le persone possono venire nella nostra azienda, stare a diretto contato con gli animali e la natura, e vivere delle esperienze che permettono loro di staccare dal loro quotidiano, un quotidiano che diventa sempre più difficile e più frenetico.”

“Il ruolo dell’agricoltura sociale messo in atto dalle imprese agricole – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – è significativo e contribuisce a far fronte alla crescente richiesta di bisogni sociali sempre più articolati. Le nostre aziende sono portatrici di valori di solidarietà, e al contempo, con capacità operative di tipo manageriale, tali da dare un contributo rilevante anche nel settore della protezione sociale. Allo stesso tempo sono importanti le fattorie didattiche. L’interazione con gli animali è uno degli aspetti più importanti del welfare rurale, un approccio innovativo che unisce l’agricoltura alle pratiche sociali, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale, il benessere e lo sviluppo sostenibile”

Le fattorie sociali hanno conosciuto una crescita nel Lazio del 30% solo negli ultimi tre anni con oltre 120 realtà di cui più di 60 a Roma, mentre sono più di 110 le fattorie didattiche. “Il loro obiettivo è quello di supportare le famiglie in difficoltà e le categorie più vulnerabili della popolazione, rafforzando il welfare pubblico, secondo le stime di Campagna Amica. Servizi che comprendono il supporto a disabili motori e cognitivi, persone con autismo, detenuti ed ex detenuti, minori in difficoltà o con problemi di apprendimento, donne vittime di abusi, anziani, individui con difficoltà relazionali o dipendenze, disoccupati e migranti.”