volos pesci morti

Volos, disastro ambientale: migliaia di pesci morti in mare

Tabella dei Contenuti

Si tratta di pesci d’acqua dolce e potrebbero essere arrivati a causa delle inondazioni improvvise dello scorso autunno e della siccità associata a ondate di calore degli ultimi mesi. Ma intanto, ci sono gravi conseguenze da tutti i punti di vista: economico, politico, giudiziario e di tutela della biodiversità.

Disastro ambientale (e climatico) a Volos, in Grecia, dove negli ultimi giorni si è verificata un’impressionante moria di pesci: centinaia di migliaia di esemplari ormai privi di vita, per un peso complessivo di oltre 100 tonnellate, si sono riversati nelle acque del porto, riempiendo prima i fiumi e poi la baia della località turistica situata a 320 km a Nord della capitale Atene. Ed è proprio il turismo che sta subendo il peggior contraccolpo per la situazione attuale. Ma cosa è successo?

Nei pressi di Volos, e in tutte le aree circostanti, si è verificata prima una grave siccità durata diversi mesi e, in seguito, alluvioni improvvise concentrate in poche ore che hanno ingrossato i fiumi e causato esondazioni, per poi tornare alla situazione precedente di arretramento delle acque e ondate di calore. Quasi certamente, i pesci morti finiti sul litorale di Volos provegono dal lago Karla, nella Grecia centrale, prosciugato all’inizio degli anni ’60 e ripristinato nel 2018 per contrastare la carenza idrica dovuta alla siccità. A trasportarli verso il mare, le inondazioni senza precedenti dello scorso autunno, che hanno ingrossato laghi e fiumi, ma anche un’improvvisa ritirata delle acque a causa della siccità e delle ondate di calore successive. Non essendo pesci di acqua dolce, una volta giunti a contatto con quella salata, non sono sopravvissuti.

Ora, di fronte a queste scene apocalittiche, l’emergenza riguarda il turismo. Lungo il litorale di Volos l’aria è profondamente viziata e si sta cercando in tutti i modi, anche utilizzando ruspe ed enormi reti da pesca, di raccogliere e rimuovere le carcasse. In realtà, considerando anche il lago Karla e i corsi d’acqua che portano fino a Volos e non solo, i pesci morti sarebbero diversi milioni, come ha spiegato anche Anna Maria Papadimitriou, vicegovernatrice regionale della Tessaglia centrale: “In questo momento è in corso un enorme sforzo per ripulire le coste e gli argini dei fiumi, uno sforzo che coinvolge diversi appaltatori“.

Intanto, però, la polemica infuria. La Camera di Commercio di Volos ha lamentato un calo dell’80% delle attività commerciali negli ultimi tre giorni e ha intenzione di voler intraprendere un’azione legale, mentre il sindaco Achilleas Beos ha accusato le autorità regionali di aver perso tempo nell’affrontare il problema. Solo nelle ultime 24 ore, sono state raccolte circa 40 tonnellate di pesci morti, che saranno poi bruciati in un inceneritore. I problemi, però, non riguardano solo il turismo e le attività commerciali: a cascata, potrebbero causare un altro disastro ambientale.

I pesci in decomposizione, infatti, potrebbero mettere a rischio le altre specie autoctone, marine, presenti nella zona. Una minaccia concreta per la biodiversità che creerebbe nuovi problemi a livello economico, in questo caso per il settore ittico. E intanto, sta partendo anche un’indagine sull’accaduto: obiettivo, stabilire le cause e se fosse possibile evitare un simile disastro.

Le indagini puntano a capire anche se, ed eventualmente perché, la porta del tunnel che costituisce l’unico sbocco per le acque del fiume Karla verso il golfo, fosse aperta. E in particolare, come sia stato regolato il funzionamento di quel tunnel, ma non solo. Gli inquirenti stanno anche cercando di capire chi ha disposto di irrigare la pianura di Larissa-Karla e se fosse stato valutato o meno il rischio, per il golfo, derivante dal flusso costante del lago Karla. Una situazione decisamente complessa e delicata.

Pubblicità
Articoli Correlati