Voli di lusso, omessi tributi ambientali per 800mila euro

Per i servizi di aerotaxi ed elitaxi sono previsti dei tributi ambientali, a compensazione del danno prodotto con le emissioni inquinanti e climalteranti. Non tutti i vettori, però, si ‘ricordano’ di versarli, come dimostra il caso emerso dopo accurati controlli da parte della Guardia di Finanza. 

Da tempo, quando si parla della necessità di una giustizia climatica e al tempo stesso sociale, è impossibile non citare i voli di lusso come quelli dei jet privati, di proprietà come a noleggio. I cittadini più ricchi, infatti, si spostano sempre più spesso su piccoli aerei anche per coprire distanze tranquillamente percorribili su mezzi di trasporto più sostenibili come i treni, e così facendo aumentano la quantità pro-capite di emissioni inquinanti e climalteranti. Sono tantissimi i casi di vip che, anche per motivi abbastanza insignificanti, si spostano su aerei privati inquinando in poche ore quanto un comune cittadino nel corso di diversi anni. Anche per questo, in Italia come in altri Paesi, sono previste leggi per la tassazione dei trasporti di lusso, non solo aerei ma anche imbarcazioni o auto.

Nel settore aereo, ci sono imposte erariali note come tributi ambientali che puntano a tassare quei servizi che hanno un impatto negativo sull’ambiente, e il cui gettito viene destinato soprattutto a tutelare l’ecosistema, in una sorta di compensazione per il danno ambientale. Queste imposte erariali, forse non sufficienti ma necessarie, vengono quantificate in base al numero di passeggeri e alla lunghezza della tratta. Per ogni passeggero, è prevista una tassa pari a 10 euro per le tratte inferiori a 100 km, di 100 euro in caso di tratte fino a 1.500 km e di 200 euro per le tratte di oltre 1.500 km.

A Catania, la Guardia di Finanza ha scoperto che alcuni vettori di aerotaxi ed elitaxi non avevano versato all’Erario i tributi ambientali. Nello specifico, 502 vettori aerei avevano omesso, in varie quantità, l’imposta erariale nel periodo compreso tra il 2020 e la prima metà del 2023. Di tutte le società controllate, ben 228, il 45% del totale, sono risultate non in regola con i pagamenti. Di queste società, 13 hanno sede legale e fiscale in Italia e 215 nel resto del mondo.

All’aeroporto di Catania – Fontanarossa, analizzando le dichiarazioni uniche dei vettori (D.U.V.) depositate presso le società di handling, i finanzieri hanno scoperto che, su 1.168 diversi voli per un totale di 4.576 passeggeri trasportati in circa tre anni e mezzo, c’è stato un omesso versamento dei tributi ambientali per un totale di poco meno di 800mila euro tra imposte dovute e sanzioni accessorie.

Il caso dei jet privati o degli aerotaxi rimane quindi un tema dall’indubbia importanza sociale e ambientale, come dimostra non solo il danno all’ambiente, ma anche per le casse dello Stato.