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Vino: 50% produzione mondiale viene da Italia, Francia e Spagna

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1 bottiglia di vino su 2 viene da Italia, Francia e Spagna. Coldiretti: “Bene alleanza per fermare etichette allarmistiche”

 

“Importante e significativa l’alleanza tra Italia, Francia e Spagna che rappresentano insieme quasi una bottiglia su due (47%) prodotte nel mondo”.

Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare positivamente l’iniziativa del Ministro delle Politiche Agricole Lollobrigida per un documento comune dei maggiori Paesi produttori per fermare le etichette ingiustamente allarmistiche sul vino, che non tengono conto delle quantità consumate, dopo il via libera della Ue all’Irlanda.

Il commento di Coldiretti“Si tratta infatti di un pericoloso precedente che  rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio una filiera con l’Italia, che è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato, in un settore che dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro”.

“L’ autorizzazione della Commissionehanno proseguito fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario di penalizzare il settore come il tentativo di escluderlo dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti”.

“Un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vinohanno continuato da Coldirettiche fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 A.C”.

“Si tratta di difendere un settore del Made in Italy che ha scelto da tempo la strada della qualità con le bottiglie Made in Italy cheha sottolineato la Coldirettisono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola”.

“Del tutto improprioha concluso il presidente Ettore Prandiniassimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcool”

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