“Non serviva questo incendio per dimostrare che la Valle Galeria è la terra fuochi romana”, la protesta del comitato di Monte Stallonara. Sono circa due settimane che i roghi continuano a rendere l’aria irrespirabile. L’incendio partito da via della Pisana si è esteso da via Ponte Galeria a via Monte Stallonara. “Queste esalazioni sono insopportabili, soprattutto per la popolazione che abita lì vicino”, Stefano Vignaroli, presidente Commissione Ecomafie.
Nella periferia ovest della Capitale ci sono residenti che protestano e che lamentano problemi respiratori, nausea, mal di testa, causati dai miasmi che, a distanza di quasi due settimane dall’incendio, continuano a respirare. “Non serviva questo incendio per dimostrare che la Valle Galeria è la terra fuochi romana. Anche perché questa è una verità che è nota a tutti. Il nostro timore è che anche i palazzi nei quali viviamo siano stati realizzati sopra delle discariche abusive“, commenta la portavoce del comitato di Monte Stallonara.
La Terra dei Fuochi continua a bruciare. 12 incendi in 48 ore
L’area interessata dall’incendio è stata posta sotto sequestro preventivo. Il Nucleo Tutela Ambientale dell’XI Gruppo Marconi della Polizia Locale di Roma Capitale, ha messo i sigilli su una superficie enorme: 100 ettari, l’equivalente di quasi 100 campi da calcio. S’ipotizza siano stati commessi “reati ambientali ed urbanistici“. Una possibilità che molti residenti considerano decisamente concreta.
“Ho depositato a luglio una risoluzione per impegnare il governo a fare da cabina di regia visto la presenza di impianti, come la discarica di Malagrotta che va bonificata e si rischia la procedura di infrazione europea. – spiega Stefano Vignaroli, presidente Commissione Ecomafie – Ma soprattutto anche cave e terreni che, nel corso degli anni, sono stati oggetto di interramenti. Adesso l’incendio scoppiato il 20 agosto ha portato alla luce un nuovo terreno dove sotto, siamo entrati e lo abbiamo visto, ci sono dei rifiuti misti, rifiuti edili, ma anche plastica e solventi. Questo esalazioni sono insopportabili, soprattutto per la popolazione che abita lì vicino. Ho sentito anche io odore di plastica bruciata mentre correvo lì vicino nel parco della Regione Lazio. La notte abbiamo fatto dei sopralluoghi, il terreno è di difficile accesso e bisogna passare attraverso alcune attività industriali. Guardando da Google Earth si possono vedere le varie evoluzioni che ha avuto quel terreno: due anni fa c’erano delle piccole cave di sabbia non riempite, improvvisamente adesso si vedono delle colline verdi che però il 20 agosto hanno preso fuoco e hanno nascosto tutto quello che è stato messo sotto”.
Già nell’agosto del 2018 il Nucleo Tutela Ambientale aveva disposto un sequestro preventivo. In quell’occasione, a seguito di uno scavo fognario, erano stati individuati significativi cumuli di rifiuti plastici, a poche decine di centimetri sotto il livello del terreno.
“C’è un’indagine in corso della magistratura e riguarda i terreni adiacenti a quello dove è successo l’incendio. Questo dimostra che tutto il territorio della Valle Galeria richiede maggiore attenzione. – sottolinea Vignaroli – Ci sono delle indagini della procura, bisogna ancora fare i carotaggi per vedere quello che c’è sotto, stessa cosa anche per questo per questo incendio”.
Per quanto riguarda gli interventi in atto: “Sicuramente bisogna domare questi focolai ma anche avere dei mezzi adatti per i vigili del fuoco per fare questo smottamento, al momento non disponibili sul territorio di Roma. Serve anche un intervento, del Ministero degli Interni affinché questa strumentazione sia recapitata sul posto. Una volta spento definitivamente l’incendio, la magistratura dovrà accertare e fare una caratterizzazione di quello che c’è sotto ed eventualmente punire il colpevole“.
Incendi, bruciò oltre 200 ettari di terreno. Arrestato il piromane del Cilento
“Le fiamme hanno divorato sterpaglie e alberi diventando subito minacciose e molto alte. Le strade limitrofe sono state invase dal fumo nero provocando disagi a molti automobilisti e solo con l’intervento sul posto dei vigili del fuoco la situazione è tornata apparentemente sotto controllo. La temperatura del terreno infatti, a quanto si apprende da segnalazioni di residenti in zona, continua ad essere molto elevata, e ogni tanto la terra libera delle piccole colonne di fumo. Cosa ribolle e stia bruciando là sotto, resta un mistero. – si interroga Davide Bordoni coordinatore romano di Forza Italia e capogruppo in Campidoglio – Potrebbe infatti trattarsi di immondizia interrata in maniera del tutto abusiva, una discarica di rifiuti indifferenziati e materiale di scarto proveniente dall’edilizia”.
Terra dei fuochi, Casa Surace e Ministero dell’Ambiente insieme per la legalità VIDEO
“Quindi quel rogo sotterraneo che da una decina di giorni continua a vivere, potrebbe alimentarsi con qualsiasi cosa. Sono a rischio le falde acquifere: rifiuti che bruciano nel sottosuolo con combustione attiva e temperatura elevata nelle viscere del terreno sono altissimi fattori di rischio ambientale. Chiediamo il controllo da parte della polizia municipale sull’area interessata per fare i dovuti accertamenti, anche con il supporto di biologi e agronomi – continua Bordoni – Per ora si tratta di un sospetto ma l’area non è mai stata sottoposta a monitoraggi di sicurezza. Niente carotaggi, niente pozzi, nessuna analisi sulla potenziale compromissione ambientale. Il percolato potrebbe essersi insinuato sino a intercettare le falde acquifere e l’inquinamento in questo caso sarebbe di enorme portata”.