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Valle del Sacco, allarme dei medici di famiglia: quadri clinici sempre più preoccupanti

Allarme dell’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia per i gravi rischi per la salute che la popolazione della Valle del Sacco sta vivendo da anni.

“Nella Valle del Sacco sono emersi dei quadri clinici preoccupanti: un aumento delle patologie respiratorie, cardiovascolari e cerebrali – sottolinea a ‘Il Tempo’ Teresa Petricca, specialista pneumologo – e più frequenti riacutizzazioni bronchitiche e crisi d’asma, malattie cardiovascolari ipertensive, ischemiche e aritmiche”.

Una situazione altamente problematica che ha portato l’Associazione a scrivere una lettera aperta al Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, e al Ministro della Salute, Roberto Speranza, “per denunciare la grave situazione ambientale. I livelli raggiunti hanno delle potenzialità catastrofiche: l’appello dei medici vale come ultimatum alle istituzioni”.

L’inquinamento dell’area è iniziato nei primi anni ’60 con il passaggio dall’agricoltura all’industrializzazione, che però si è diventata una trasformazione selvaggia che non ha avuto rispetto per il territorio.

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“È nato così un importante distretto industriale, soprattutto chimico, ma con un sovraccarico di inquinanti che negli anni hanno contaminato aria, terreni e falde acquifere – spiega l’associazione – se per una bonifica di suolo e acque sono necessari diversi decenni, più incisivo può essere un intervento sull’aria attraverso la riduzione di emissioni”.

Per i medici, “l’urgenza è evidente: basti pensare all’elevato numero di donne che si ammalano di cancro alla mammella pur senza fattori di rischio, in una forma peraltro più metastatizzante e meno rispondente alla chemioterapia e alla grave piaga dei danni riproduttivi dei giovani maschi della Valle del Sacco”.

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La richiesta è di monitorare meglio le polveri sottili con “un numero maggiore di centraline: a Frosinone ci sono due centraline Arpa, una per le PM 2,5 e PM 10 e una che registra solo le PM10, In tutta la Ciociaria, per le PM2.5, le più pericolose, ve ne esistono solo due”.

Frosinone “è nota da anni per le concentrazioni di particolato superiori ai limiti di legge, raggiungendo, nei periodi invernali, anche valori giornalieri cinque volte più alti rispetto a quelli consentiti dai limiti di legge – conclude l’associazione- in una Valle con la caratteristica orogeografica di ‘conca’  che non permette dispersione degli inquinanti presenti nell’aria favorendone, altresì, il ristagno”.