Le idrovore stanno liberando i parcheggi sotterranei e finora sono state ispezionate una cinquantina di auto: al momento, non ci sono vittime al Bonaire, dove si temeva una strage di vaste proporzioni.
Una buona notizia, almeno per il momento, arriva da Aldaia, il luogo dove l’ondata di acqua e fango prodotta dall’alluvione di Valencia ha invaso i piani sotterranei del centro commerciale Bonaire, compresi i parcheggi. Finora, sono state ispezionate, tramite droni, alcune decine di auto che si trovavano nei parcheggi sotterranei, ancora difficilmente accessibili, ma non sono stati ritrovati corpi. In un primo momento, si temeva che al di sotto del centro commerciale ci fossero decine se non centinaia di morti annegati.
Le idrovore utilizzate sin da sabato scorso hanno permesso di ridurre il volume dell’acqua che, insieme a detriti di ogni genere, aveva intasato i parcheggi. I sommozzatori e altri soccorritori hanno iniziato a muoversi sul posto tramite dei kayak. I parcheggi sotterranei del centro commerciale hanno una capienza di circa 2.000 posti auto, ma nel momento in cui il complesso è stato travolto dalla furia dell’acqua i veicoli parcheggiati all’interno sarebbero stati pochi, secondo le autorità locali.
Resta ancora incerto il numero dei dispersi nell’alluvione, così come restano impressi nella mente i filmati girati da alcuni clienti del centro commerciale, che nel momento in cui arriva l’ondata di acqua e fango sono stati costretti a ripararsi ai piani alti, con i dipendenti di vari negozi che aprivano le porte per consentire a tutti di rifugiarsi all’interno. Scene terribili, come quelle di alcune persone che, coraggiosamente, hanno salvato in un negozio completamente allagato alcuni animali sopravvissuti, separandoli da quelli annegati e portandoli al sicuro. Ad ogni modo, sembra che nonostante l’allerta minimizzata e poi inviata in ritardo dal presidente della Comunità Autonoma di Valencia, Carlos Mazón, il centro commerciale, in genere molto frequentato, nel pomeriggio di martedì 29 ottobre fosse semivuoto.
Intanto, la rabbia e il dolore tra i valenciani non passa neanche dopo le furenti contestazioni all’indirizzo del premier Pedro Sánchez, del re Felipe e della regina Letizia, e del presidente della Generalitat, Carlos Mazón. Accolti da insulti e lanci di fango da parte della folle inferocita a Paiporta, le autorità nazionali e locali hanno vissuto momenti di terrore. Specialmente nel momento in cui alcuni estremisti di destra, furiosi più con Sánchez che con Mazón nonostante le evidenti responsabilità del presidente regionale a capo di una coalizione tra Partido Popular e Vox, hanno anche lanciato un bastone verso il premier, sfiorandolo ma senza raggiungerlo direttamente. Un’aggressione che poche ore dopo è stata rivendicata direttamente da alcuni gruppi di estrema destra. A quel punto, è scattato il protocollo di sicurezza, con la fuga di Sánchez dal posto e l’assalto ai veicoli della delegazione del governo.
I reali, che avrebbero dovuto visitare anche Chiva, dopo la contestazione sono rimasti a Paiporta e hanno ascoltato gli sfoghi della popolazione, mostrandosi empatici e comprendendo perfettamente la rabbia e il dolore. Il premier spagnolo, rientrato a Madrid, ha stigmatizzato l’aggressione ma ha sottolineato che si tratta di un caso isolato ad opera di pochi violenti, promettendo che i valenciani non saranno lasciati soli fino alla ricostruzione.
Intanto, l’Agenzia meteorologica nazionale, che aveva emesso l’allerta rossa ignorata da Mazón, ha dichiarato conclusa la crisi meteorologica nell’area di Valencia. La Dana, però, continua a minacciare la Spagna: un’allerta rossa è stata diramata per la Catalogna, colpita da violente piogge, con decine di voli e treni cancellati, scuole chiuse e attività lavorative sospese. In quattro ore sono già caduti 150 millimetri di pioggia, la quantità normalmente prevista nel giro di tre mesi.