Valencia, 217 morti: la Generalitat chiede oltre 31 miliardi. Il ‘giallo’ dei dispersi e il rischio epidemie

I dati dei dispersi sono frammentari e in alcuni casi gonfiati ad hoc: l’esempio del Bonaire lo dimostra. Nelle fattorie e negli allevamenti morti almeno 3.000 animali, un’ulteriore minaccia per la salute pubblica. 

Resta fermo, per il momento, a 217 morti, il bilancio delle vittime dell’alluvione che ha colpito la Spagna martedì 29 ottobre, di cui 211 nella sola Regione di Valencia e sei tra Castiglia-La Mancha e Andalusia. Le operazioni di ricerca dei dispersi proseguono in diverse zone, comprese quelle che nei primi giorni dopo il disastro erano in parte o del tutto inaccessibili. Resta però incerto il numero di chi manca ancora all’appello, mentre la Generalitat di Valencia ha inviato al governo spagnolo un piano di ricostruzione in 136 punti che prevede lo stanziamento, da parte di Madrid, di oltre 31 miliardi di euro. Un documento che il Ministero per la Politica territoriale valuterà con attenzione, non solo per l’entità finanziaria della richiesta, ma anche dopo le tante polemiche e i rimpalli di responsabilità tra un governo regionale di destra e quello nazionale socialista.

L’aggressione a Sánchez

Polemiche che poi hanno portato alla contestazione violenta ai danni di Pedro Sánchez a Paiporta, organizzata da gruppi di estrema destra. Lo ha confermato anche la sindaca della città, Maribel Albalat: “Quei contestatori non erano residenti, né volontari arrivati per spalare il fango. Mi confermano che sono estremisti di destra venuti da fuori, anche se la gente qui si sente abbandonata e senza questi infiltrati ci sarebbe comunque stata una contestazione forte ma pacifica“. D’altronde, nelle ore precedenti, sui social, un noto giornalista di destra, Javier Negre, informava alcuni militanti del luogo in cui il premier spagnolo sarebbe giunto insieme alla famiglia reale, invitando alla contestazione e sottolineando che re Felipe non avesse alcuna colpa per l’accaduto. E come se non bastasse, una volta identificati i primi responsabili delle aggressioni a Sánchez, il sindacato Solidaridad, vicino al partito di estrema destra Vox, ha subito offerto assistenza legale.

 

La devastazione

Il governo spagnolo intanto sta per ultimare e approvare alcune misure a sostegno delle popolazioni colpite, come la sospensione del secondo pagamento delle imposte sul reddito e la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti delle imprese danneggiate. Pronto un fondo da oltre 10 miliardi per sostenere la popolazione alluvionata. Intanto, però, lo scenario in tutta la Regione di Valencia resta desolante: interi centri sono ancora devastati dall’ondata di acqua e fango che tra l’altro ha portato in mare una quantità impressionante di oggetti di ogni genere, che ora galleggiano davanti alla costa. Una situazione così grave da imporre limitazioni al traffico marittimo che dureranno per tutta la settimana.

Giallo sui dispersi e fake news

Intanto, resta sempre più incerto il numero dei dispersi, anche perché nessun ente tra Generalitat e governo centrale lo ha mai voluto comunicare ufficialmente. Comprensibile, vista la grande incertezza del momento di massima emergenza, ma anche perché negli ultimi giorni, forse anche per esacerbare gli animi già sconvolti dalla tragedia, la disinformazione e le fake news l’hanno fatta da padrone.
Le prime voci, ad esempio, parlavano di quasi duemila dispersi nelle ore successive al disastro. Un dato riferito alle chiamate di soccorso di chi, subito dopo l’alluvione, non riusciva più a mettersi in contatto con i propri cari. Nella maggior parte dei casi, però, il successivo ritrovamento di persone in vita non veniva segnalato e quindi le liste ufficiali non venivano aggiornate. Senza contare quanto accaduto con il centro commerciale di Bonaire, ad Aldaia.
Sui social prima, e sulla stampa di tutto il mondo poi, in pochi minuti erano state diffuse informazioni attribuite ai soccorritori che dovevano rilevare la presenza di persone nei parcheggi sotterranei allagati. Tra giornalisti, influencer, youtuber e semplici cittadini, in molti avevano riportato diverse indiscrezioni false, come il mancato ritiro di 700 ticket d’ingresso al parcheggio a pagamento o lo choc dei sommozzatori che avrebbero visto immediatamente decine e decine di cadaveri galleggianti. In realtà, i parcheggi del centro commerciale sono gratuiti e senza ticket e le presunte testimonianze dei sommozzatori, al momento, sono smentite dai fatti: la ricerca nei parcheggi sotterranei prosegue, ma finora non sono stati rinvenuti corpi.

Il rischio epidemie

Un’altra notizia, apparentemente falsa, riguarda il rischio di epidemie. Come in tutte le zone alluvionate, c’è il pericolo concreto di contrarre infezioni batteriche o virali, ma nelle ultime ore si era diffusa la voce di veri e propri focolai. Un’indiscrezione prontamente smentita dalle autorità sanitarie regionali e nazionali, anche se il Ministero della Salute ha annunciato che il rischio è reale e per questo, di concerto con il Dipartimento valenciano, ha aumentato la sorveglianza epidemiologica.

Oltre 3.000 animali morti

Intanto, insieme al bilancio delle vittime umane, aumenta anche la superficie di terreni e il numero degli edifici coinvolti dall’alluvione. Secondo il servizio di gestione delle emergenze di Copernicus, l’alluvione ha interessato oltre 4.100 ettari e quasi 4.000 edifici, ma anche oltre 15 km di rete ferroviaria e oltre 530 km di strade, colpendo potenzialmente oltre 60.000 persone.
Drammatico anche il bilancio, ancora provvisorio, degli animali morti. Sono almeno tremila, stando all’Assessorato regionale all’Agricoltura, ma il dato riguarda solo gli animali da allevamento e non include quelli domestici o selvatici. Questo, oltre ad essere un dramma nel dramma, costituisce anche un ulteriore rischio per la salute pubblica.