Insulti e anche fango lanciato contro il re di Spagna, il premier e il presidente della Generalitat di Valencia.
Valencia, sale ancora il bilancio delle vittime dell’alluvione. In attesa di recuperare i corpi dei dispersi nel centro commerciale di Aldaia, che farà schizzare tragicamente i numeri, al momento salgono a 217 i morti in tutta la Spagna, di cui 213 nella sola Regione Autonoma di Valencia. Oggi doveva essere il giorno in cui Pedro Sánchez e Felipe VI avrebbero dovuto visitare alcune delle zone più colpite, ma a Paiporta, nei pressi del capoluogo, il premier spagnolo e il re hanno dovuto subire una contestazione furente al grido di “Assassini!“.
Se Pedro Sánchez ha sorriso amaramente all’arrivo, il sovrano spagnolo e la moglie Letizia hanno dovuto ripararsi con un ombrello dal fango lanciato al loro passaggio da alcuni cittadini, accecati dalla rabbia e dal dolore. Non sono mancati momenti di tensione quando i cittadini hanno provato a forzare il cordone di sicurezza e sia la polizia che le guardie del corpo dei reali di Spagna hanno dovuto fronteggiare l’aggressività dei residenti. Alla fine, per motivi di sicurezza, dopo quanto accaduto a Paiporta è stata annullata la visita in un altro centro urbano, quello di Chiva.
Il re ha spiegato di comprendere la rabbia, il dolore e la frustrazione dei valenciani, che comunque sono stati protagonisti attivi di una contestazione bipartisan. Nel mirino dei cittadini c’è anche Carlos Mazón, il presidente della Generalitat che prima aveva minimizzato l’allerta meteorologica e poi aveva diramato l’allarme alla popolazione quando la catastrofe era già irrimediabile. Senza dimenticare che il popolare Mazón, nel 2023, aveva abolito un’unità militare regionale di emergenza che il suo predecessore socialista, aveva istituito pochi mesi prima. Una serie di errori che hanno portato ai ritardi nei soccorsi alla popolazione vittima di un disastro che forse non poteva essere evitato, ma doveva essere attenuato.