Gianmaria Sannino, climatologo di ENEA, ha spiegato TeleAmbiente che la perturbazione che ha causato l’alluvione di Valencia è la stessa che colpì giorni fa l’Emilia Romagna.
È successo di nuovo. Questa volta in Spagna, a Valencia. Questa volta è stata peggiore del solito. In otto ore è caduto il quantitativo di pioggia che solitamente cade in un anno.
Immagini e dati che fanno spaventano e che riportano ancora una volta l’attenzione ai cambiamenti climatici in corso. Cosa è successo nelle scorse ore a Valencia?
“Quello che è successo a Valencia non è molto diverso da quello che è accaduto a Bologna e in Emilia-Romagna qualche giorno fa”, ha spiegato a TeleAmbiente Gianmaria Sannino, climatologo dell’ENEA.
“Si tratta di una perturbazione di tipo retrograda. In altre parole, quella che aveva colpito l’Emilia-Romagna si è rispostata un’altra volta sul Mediterraneo, lì ha trovato ancora una volta un mare molto caldo, 2-3 gradi più caldo rispetto a quello che dovrebbe essere in questo periodo, quindi si è rinvigorito, ha trovato ulteriore energia, ulteriore vapore per ricostituirsi un’altra volta come bassa pressione particolarmente ricca di vapore che poi si è scaricata a Valencia”.
Il fenomeno che ha colpito la città spagnola è noto, si chiama DANA. Si verifica quando una massa d’aria fredda in quota si isola dal flusso principale formando una depressione chiusa. Questo genera un contrasto con l’aria calda e umida presente alle basse quote e crea temporali intensi.
Un fenomeno tipico, insomma, ma che questa volta ha impressionato anche gli addetti ai lavori a causa della straordinaria intensità.
“Il fenomeno è tipico del Mediterraneo”, dice ancora il dottor Sannino.
“Ma quello che sta succedendo è che questi fenomeni che si sono sempre verificati nel Mediterraneo stanno accadendo con caratteristiche differenti, soprattutto in termini di quantità di pioggia. Questo dipende fondamentalmente da due cose, una è un Mediterraneo più caldo che quindi può fornire a questi sistemi nuvolosi, più vapore, e quindi poi più acqua che si scarica sulla terra. E poi un’atmosfera più calda”.
Insomma, ancora una volta siamo di fronte a un fenomeno meteorologico reso assai più intenso a causa del riscaldamento globale causato dall’essere umano. Fenomeni di questo tipo, dunque, diventeranno sempre più frequenti e sempre più intensi fino a quando non smetteremo di pompare CO2 nell’atmosfera dicendo addio a gas, petrolio e carbone.