Dopo Vaia e il bostrico, il rimboschimento di Rete Clima e PEFC Italia

Milioni di alberi sono stati prima spazzati via dalla tempesta nel 2018 e poi attaccati da un coleottero infestante. Il progetto ‘Ancora Natura per il Col di Lana’ punta a ripristinare le foreste che sono una risorsa naturale ma anche economica per il territorio, ovviamente all’insegna della sostenibilità.

A distanza di anni, il segno lasciato dalla tempesta Vaia e dall’infestazione del bostrico nelle foreste delle Dolomiti bellunesi è ancora fin troppo evidente. C’è però un grande segnale di speranza, rappresentato dal progetto ‘Ancora Natura per il Col di Lana‘, organizzato da una sinergia tra Rete Clima, PEFC Italia e Coldiretti Belluno e finanziato dai fondi dell’8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Un’importante opera di rimboschimento con l’utilizzo di migliaia di piante tra cui pino cembro, larice, abete rosso e faggio.

Un progetto che, oltre a ridare vita ad un paesaggio che al tempo stesso è risorsa naturale ed economica, si svolge in modo sostenibile, utilizzando ad esempio la tecnica dei capisaldi, recinzioni che proteggono le piante dagli animali e provenienti dal recupero delle piante schiantate da Vaia. Grazie al lavoro di grandi esperti come Orazio Andrich, le piante provenienti dai vivai forestali della zona vengono accuratamente selezionate e poi posizionate nel terreno, per garantirne una crescita efficace nel corso dei prossimi decenni, anche considerando i periodi di crescita radicale nel corso delle varie stagioni. Un’operazione non semplice, specie considerando le possibili incognite causate dal cambiamento climatico.

Con Coldiretti e PEFC abbiamo attivato questo progetto ‘Ancora Natura per il Col di Lana’, il cui nome dice tutto: noi ambiamo a riportare gli alberi e i boschi dove prima c’erano superfici forestali schiantate e abbattute dalla tempesta Vaia” – ha spiegato Paolo Viganò, fondatore e presidente di Rete Clima – “Siamo nella zona del Col di Lana, in provincia di Belluno, per un sopralluogo sulle aree di progetto per verificare l’avanzamento dei lavori di rimboschimento e monitorare il successo degli interventi forestali“.

“L’Ips typographus, chiamato anche bostrico tipografo, è un coleottero di mezzo millimetro che può essere definito un insetto di debolezza, cioè che attacca piante in sofferenza. È un insetto endemico che c’è sempre stato, ma dopo la tempesta Vaia è diventato epidemico e causa forti danni” – il punto di Antonio Brunori, segretario generale di PEFC Italia – “Quali sono i danni? Entra sotto la corteccia e praticamente fa una cercinatura, mangiando tutti i vasi conduttori, e la pianta secca in piedi. Il problema in Italia è che nelle zone colpite dalla tempesta Vaia questo insetto ha ucciso milioni di alberi, in particolare abeti rossi, e quindi il paesaggio delle nostre Alpi sta cambiando sotto i colpi di un insetto piccolo ma letale“.