USA, l’influenza aviaria fa schizzare il prezzo delle uova

In Pennsylvania, negli Stati Uniti d’America, una banda di ladri ha rubato almeno 100.000 uova diventate un vero e proprio cibo di lusso a causa dell’influenza aviaria.

Che siano bollite, alla coque o fritte, le uova sono uno dei cibi più apprezzati durante la pausa pranzo. Un piatto gustoso, semplice e veloce che, però, si sta trasformando in un prodotto alimentare di lusso. Il motivo? L’influenza aviaria che, soprattutto negli Stati Uniti d’America, sta mettendo in ginocchio l’industria avicola. Ben 17,2 milioni le galline, e non solo, morte a causa del virus H5N1 soltanto negli ultimi mesi.

Proprio per questo le poche uova a disposizione per la preparazione di primi piatti, secondi piatti e dolci stanno raggiungendo costi esorbitanti. Qualcuno, però, sta escogitando un modo, seppur illegale, per averle gratis. Come?

In Pennsylvania, una banda di ladri ha assaltato un camion per rubarne almeno 100.000. 40.000 dollari, cioè 38.000 euro, il valore della succulenta refurtiva. Una vera e propria corsa alle uova, dunque, negli Stati Uniti d’America amministrati ancora una volta da Donald Trump.

Eppure, durante la campagna elettorale, il Tycoon, il cui figlio ha ucciso una specie animale protetta durante una battuta di caccia in Italia, aveva promesso di abbassare i prezzi dei prodotti avicoli. Fino a oggi, però, nessun ordine esecutivo firmato dall’Inquilino della Casa Bianca sembrerebbe abbattere il costo delle uova.

Influenza aviaria, Capua: “Siamo seduti su una bomba a orologeria”

L’influenza aviaria, se dovesse trasformarsi in una pandemia, potrebbe essere più letale del Coronavirus. A lanciare l’allarme è stata la virologa Ilaria Capua in un editoriale pubblicato sul quotidiano “Corriere della Sera” il 29 novembre 2024. Il virus H5N1, che ha fatto già salti di specie dagli uccelli ai bovini, ha cominciato a infettare gli esseri umani soprattutto negli Stati Uniti d’America. “Siamo seduti su una bomba a orologeria“, ha scritto la dottoressa.

Preoccupante, a detta sua, la scarsa collaborazione della potenza mondiale amministrata ancora una volta da Donald Trump. Il motivo? Gli Stati Uniti d’America avrebbero condiviso poche, o nulle, informazioni scientifiche sui sequenziamenti dell’influenza aviaria riscontrata nelle vacche da latte. Non a caso le industrie zootecniche a stelle e strisce, anziché subire restrizioni sanitarie adeguate per contenere la patologia, stanno continuando a lavorare. È più importante il profitto economico o la salute pubblica? Una domanda che, oggi più che mai, potrebbe essere retorica.

A trasformarsi in pericolosi vettori di contagio, secondo la virologa Ilaria Capua, potrebbero essere gli immigrati illegali assunti come operatori agricoli. Persone che, non potendo andare dal medico a causa della mancanza di un regolare contratto di lavoro, potrebbero contribuire al propagarsi dell’influenza umana o dell’influenza aviaria. “L’incontro fatale tra i due virus potrebbe scatenare una nuova pandemia molto più aggressiva e mortale del Coronavirus“, ha concluso la divulgatrice scientifica.