Nel suo percorso verso le coste degli Stati Uniti ha perso notevolmente potenza, ma l’uragano è stato preceduto da almeno una decina di tornado che hanno causato danni difficilmente stimabili.
Prima ancora che toccasse terra, era stato preceduto da almeno una decina di tornado. Ma ora l’uragano Milton, che da tempesta tropicale si è trasformato in un uragano di categoria 5 in neanche due giorni, ha raggiunto la Florida e causato le prime vittime, oltre a danni al momento incalcolabili. Sebbene abbia perso potenza nel suo percorso verso la costa orientale degli Stati Uniti, finendo declassato nelle ultime ore a uragano di categoria 1, Milton ha lasciato oltre tre milioni di persone senza elettricità, spazzato via abitazioni e altre infrastrutture, e ucciso almeno quattro persone, anche se il bilancio al momento è incerto e frammentario.
Probabilmente a causa dell’effetto combinato di El Niño e soprattutto del cambiamento climatico, Milton, allo stesso modo di altri uragani che lo hanno preceduto come ad esempio Beryl ed Helene, è passato nel giro di poche ore da ‘semplice’ tempesta tropicale a uragano di potenza devastante. In uno scenario drammatico, la buona notizia è che, nel suo percorso dal Golfo del Messico agli Stati Uniti, ha gradualmente perso intensità, raggiungendo le coste della Florida quando era già stato declassato a categoria 3 e diventando sempre meno potente una volta toccata terra. Tuttavia, questo non basterà a limitare i danni materiali né le vittime.
Le contee della Florida più colpite da Milton sono quelle di Sarasota, Hardee e Manatee, dove l’uragano ha portato raffiche di vento fino a 290 km/h nel momento di massima intensità, piogge abbondanti e forti mareggiate lungo le coste. Diverse centinaia di edifici sono stati letteralmente spazzati via e le operazioni di soccorso alla popolazione, come ampiamente prevedibile, si sono rivelate molto complicate. Un caso emblematico è quello del Tropicana Field, stadio della squadra di baseball dei Tampa Bay Rays, ampiamente danneggiato: inizialmente doveva essere convertito a centro di accoglienza per 10mila persone, ma ora è inagibile e le autorità sono costrette a trovare altre sistemazioni.
Joe Biden è in costante contatto con Ron DeSantis, governatore della Florida, repubblicano di ferro e scettico sul cambiamento climatico. DeSantis ha spiegato che l’impatto dell’uragano si è rivelato significativo, ma comunque meno devastante di quello di Helene, che aveva colpito le coste orientali degli Stati Uniti due settimane fa.
Anche se vanno ancora stabiliti i singoli impatti di El Niño e del cambiamento climatico sulla formazione di Milton e altri uragani, un dato certo è che nel 2024 le temperature delle acque del Golfo del Messico, sia superficiali che profonde, sono state decisamente più calde del solito. E questo, inevitabilmente, ha influito sulla frequenza e sull’intensità degli uragani, oltre che sulla lunghezza di una stagione che generalmente dura da giugno a novembre ma raggiunge il suo culmine a settembre. Quest’anno, però, uragani particolarmente potenti si sono formati in periodi parzialmente anomali, come ad esempio Beryl a luglio, Helene a fine settembre e Milton in queste ore.