Finora sono 130 le vittime accertate, ma ci sono anche circa 600 dispersi.
Almeno 130 morti negli Stati Uniti per il passaggio del devastante uragano Helene, ma si tratta di un bilancio provvisorio e secondo la Casa Bianca, le vittime potrebbero essere diverse centinaia. All’appello, infatti, mancherebbero almeno 600 persone tra i vari Stati più colpiti, a cominciare dalla Carolina del Nord e quella del Sud, ma anche la Georgia, la Florida, il Tennessee, la Virginia e l’Alabama.
Helene, nata come tempesta tropicale nel Mar dei Caraibi, è diventata sempre più forte fino a trasformarsi in un uragano di categoria 4, la massima possibile, poco prima di toccare terra negli Stati Uniti sud-orientali. I danni in vari Stati, ovviamente, sono ingentissimi: letteralmente devastati diversi edifici e infrastrutture, compresi ospedali e una diga che ha ceduto nel Tennessee. A livello locale, diverse contee degli Stati più colpiti avevano emesso ordini di evacuazione, ma di fronte al rifiuto di alcuni residenti di abbandonare le loro case è arrivata la più lapidaria e macabra delle raccomandazioni: scrivere il proprio nome sul corpo per consentire, in caso di morte, l’identificazione da parte dei soccorritori.
Per tutto lo scorso fine settimana, l’uragano Helene ha lasciato sulla sua strada una lunga scia di morte e devastazione. Dopo il suo passaggio, ora si cerca di soccorrere i residenti, un compito sempre più arduo in uno scenario impervio e desolante: dove un tempo c’erano centri abitati, ora non resta praticamente più nulla. Al momento, l’emergenza principale riguarda i soccorsi alla popolazione, decisamente complicati, ed è ancora presto per fare una stima precisa dei danni in termini economici. Anche per questo, le prime stime, decisamente frammentarie e suscettibili di errori, si aggirano su una forbice decisamente ampia, che va dai 15 ai 100 miliardi di dollari totali in tutti gli Stati Uniti.
Mentre la fase emergenziale non è ancora cessata e non cesserà a breve, è già scattata la polemica politica. Joe Biden non ha dubbi sul fatto che a far aumentare così la potenza dell’uragano in poche ore siano state le conseguenze del cambiamento climatico. Il presidente statunitense uscente sarà nelle zone più colpite della Carolina del Nord solo nella giornata di mercoledì 2 ottobre, ed in tal senso è stato anticipato dal candidato repubblicano, l’ex presidente Donald Trump, che nelle scorse ore ha raggiunto la Georgia ed ha accusato Biden e la rivale alle prossime presidenziali Kamala Harris di non voler aiutare le popolazioni colpite nelle aree abitate da elettori repubblicani. Accuse prontamente respinte al mittente da Biden, che assicura il massimo sostegno a tutti i cittadini e, memore anche di quanto accaduto con l’uragano Beryl che aveva devastato i Caraibi e gli Stati Uniti a inizio luglio, avverte dei rischi della crisi climatica per quanto riguarda l’intensità, la frequenza e anche una durata più lunga della stagione degli uragani.