La lectio magistralis del Premio Nobel per la Fisica 2021, Prof. Giorgio Parisi all’Università degli Studi di Perugia in occasione del Vitality Winter Day ha analizzato la complessità. “Per modificare i sistemi complessi – ha detto il prof. Parisi – a volte gli interventi fondamentali sono gli interventi che possono essere controintuitivi”.
Un’aula magna del rettorato dell’Università degli Studi di Perugia, gremita in ogni ordine di posto, ed anche di più, per la lectio magistralis del professor Giorgio Parisi.
Il Premio Nobel per la Fisica 2021 prof. Giorgio Parisi, è stato l’ospite d’onore della sessione conclusiva di ‘VITALITY Winter Day’, l’evento dedicato al progetto PNRR VITALITY Ecosistema di Innovazione, Digitalizzazione e Sostenibilità per l’economia diffusa nel Centro Italia.
Una iniziativa che vede l’Università degli Studi di Perugia impegnata con 8 Dipartimenti, 180 ricercatrici e ricercatori in oltre 60 progetti di ricerca.
Il professor Parisi, al quale nel 2021 è stato conferito il Premio Nobel per la Fisica ‘per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici, dalla scala atomica a quella planetaria’, ha tenuto una lectio magistralis sul tema de ‘La sfida della complessità’.
Ai microfoni di Teleambiente è intervenuto il Premio Nobel, Giorgio Parisi
“Il problema della complessità – ha detto il professor Giorgio Parisi – è cercare un po’ di capire come funzionano le cose. Dal punto di vista di un fisico e di cercare di capire come certi sistemi, che sono estremamente complessi, funzionano e poi anche capire come si può intervenire per modificarli perché a volte gli interventi fondamentali sono gli interventi che possono essere controintuitivi”.
“Quindi in generale – ha spiegato il premio Nobel – si tratta di riflettere, cercare di capire e non fare le prime cose che vengono in mente, che a volte hanno effetti contrari a quelli che uno vuole. In qualche modo cercando un po’ di riflettere con calma le cose si riescono a fare meglio”.
Analisi del periodo che stiamo vivendo
“Questo è un periodo difficile – ha riferito ancora il professor Parisi – la cosa che mi preoccupa sempre di più è la questione della guerra. C’è il New Scientist americano che ha un orologio simbolico (‘Doomsday Clock’, ndr) che misura quanto l’umanità sia vicina a una catastrofe globale (specialmente a causa di armi nucleari, cambiamento climatico e altre minacce esistenziali, ndr), quanti minuti mancano al cosiddetto Olocausto Nucleare”.
“Due anni fa – ha ricordato Parisi – l’orologio segnava 60 secondi e quest’anno 59 (segnalando il periodo di maggiore pericolo dalla sua creazione nel 1947,ndr) quindi siamo molto vicini e quello sarebbe veramente un disastro cosmico”.
La lectio è stata preceduta dal saluto del Magnifico Rettore prof. Maurizio Oliviero e dalla presentazione del profilo dello scienziato a cura del prof. Luca Gammaitoni.
Lo scopo generale dell’Ecosistema, che interessa le regioni di Umbria, Marche e Abruzzo, è lo sviluppo e il trasferimento dell’innovazione al fine di rendere più competitivi i sistemi produttivi regionali, migliorando al contempo la sostenibilità e la qualità della vita sia nei sistemi urbani che nelle aree rurali.
L’Ecosistema VITALITY, infatti, genererà due Poli di Innovazione: il POLO NANOMAT dedicato ai materiali e dispositivi nanostrutturati e il POLO BIOMAT dedicato ai materiali e dispositivi a base biologica e biocompatibili, con sede rispettivamente a Nocera Umbra (Pg) e a Terni, presso l’area Polymer.
Il commento a Teleambiente del Magnifico Rettore, Prof. Maurizio Oliviero
“L’Università – ha affermato il Magnifico Rettore – come principio cardine fondante regge sui due elementi della didattica e della ricerca. Oggi la lezione a cui abbiamo potuto assistere costituisce non solo un grande insegnamento, ma una dimensione di grande visione, perché nell’analisi della complessità c’è la costruzione anche delle dimensioni del futuro”.
“La lezione del professor Parisi oggi per noi – ha aggiunto il prof. Maurizio Oliviero – costituisce un motivo sicuramente di orgoglio e di grande vitalità. Il progetto è Vitality, ma è un progetto che nasce come sempre, come i grandi progetti, da visioni coraggiose”.
“Questo – ha illustrato il Magnifico Rettore – è un progetto che si costruisce provando a remare controcorrente in un sistema universitario che vorrebbe vederci in competizione tra di noi e che invece ha portato a questi risultati perché alcuni atenei hanno avuto il coraggio di non essere in competizione, ma in grande collaborazione tra di loro”.
“È una storia – ha ricordato – che nasce con l‘Università di Perugia, dell’Aquila e di Ancona, che mette insieme nove atenei e tutti insieme hanno dimostrato che la complessità ha bisogno anche di coraggio”.
Tra i presenti anche la governatrice della regione Umbria Stefania Proietti, che ha omaggiato il premio Nobel Parisi con il gagliardetto della regione.
“La chiosa di questo straordinario genio italiano – ha sottolineato la presidente Stefania Proietti – nella sua genialità ci ha reso in maniera semplice i concetti più complessi della complessità, con questa chiosa finale di una citazione in cui ci ha spiegato anche quello che vediamo nella rappresentazione della politica”.
“Quando si può ridurre la complessità a una semplificazione – ha continuato Proietti – si apre la strada alla tirannia”.
“Quindi – ha proseguito la governatrice – un grande insegnamento, a 360 gradi e anche il grande insegnamento che noi dobbiamo credere nella nostra ricerca, perché la nostra ricerca è capace di far fiorire il genio tutto italiano, questo carisma davvero tutto italiano”.
“Sarà la nostra storia – ha rimarcato Stefania Proietti – che ci ha portato a contatto con la cultura più alta, capace di far fiorire questi geni come il professor Giorgio Parisi. È stato un momento straordinario e altissimo per la nostra università per l’Umbria tutta.
“Poi – ha concluso la presidente Stefania Proietti – ha spiegato alla fine le sue origini eugubine (suo nonno era di Gubbio, ndr) e quindi abbiamo chiuso donandogli il Gagliardetto, il nostro simbolo che appunto racchiude la nostra storia di sistema complesso, ma bellissimo quale siamo”.