In Umbria, a Castiglione del Lago, è stato inaugurato il nuovo ciclo della Scuola di specializzazione in beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia. La scuola, attivata nel 2008, è istituita in convenzione con l’Università degli Studi della Basilicata, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Siena e l’Università degli Studi di Torino. Questa istituzione è un esempio tangibile del consolidato rapporto tra la Scuola e il territorio del Lago Trasimeno, anche dal punto di vista sociale e culturale.
A Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, si è svolta la cerimonia di inaugurazione del 17esimo ciclo della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia, istituita in convenzione con l’Università degli Studi della Basilicata, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Siena e l’Università degli Studi di Torino.
L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali di Matteo Burico, Sindaco di Castiglione del Lago, Maurizio Oliviero, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, e Massimiliano Marianelli, Direttore del Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione (FISSUF) di UniPg.
L’incontro è stato coordinato dal Prof. Daniele Parbuono, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici.
“Questo – ha detto il prof. Daniele Parbuono – è il diciottesimo anno della Scuola di Specializzazione, che fin dal primo anno è stata aperta proprio qui a Castiglione del Lago. E questo un senso ce l’ha, è una scuola che opera molto nei territori e che fa del rapporto tra didattica, ricerca e terza missione uno dei suoi obiettivi maggiori”.
“Direi – ha aggiunto il prof. Parbuono – che i cicli degli ultimi anni sono stati caratterizzati sempre, nell’ambito del lavoro dell’antropologia, sui patrimoni culturali e sui musei, sono stati all’insegna dell’apertura, da un lato verso i territori e dall’altro verso l’internazionalizzazione”.
“Quindi territori di qui – ha spiegato – ma anche territori del mondo. I nostri studenti si formano ormai in ogni punto del pianeta e questo fa della scuola, una scuola di livello internazionale”.
La presenza del Magnifico Rettore Maurizio Oliviero, ha sottolineato il forte legame tra l’Università degli Studi di Perugia e la Scuola di Specializzazione, riconosciuta come un centro di eccellenza nel panorama della formazione in beni demoetnoantropologici.
“L’Università degli Studi di Perugia – ha riferito il Magnifico Rettore, Prof. Maurizio Oliviero – sceglie, ovviamente come primo obiettivo, tra i tanti, quello di valorizzare le potenzialità di un territorio, ma non lo fa in maniera autoreferenziale. Una scuola che è un’operazione condivisa con altri tre importanti Atenei: l’Ateneo di Firenze, l’Ateneo di Siena e soprattutto l‘Ateneo di Torino. Questi quattro Atenei hanno deciso insieme di sposare una strategia di investimento”.
“La centralità dell’Ateneo di Perugia – ha spiegato il Rettore – è una centralità che ovviamente valorizza questa parte, questa porzione del nostro paese, ma è l’occasione anche per rappresentare di come le università possono essere un’occasione di crescita, di sviluppo, ma soprattutto di ricerca”.
“Ciò – ha concluso il prof. Maurizio Oliviero – in un momento in cui i cambiamenti climatici, in un momento in cui il bisogno di contaminarsi delle culture presenti sui territori, credo sia uno degli obiettivi vincenti su cui il nostro paese innanzitutto deve puntare e contare”.
Nel corso della cerimonia si è tenuta la proclamazione degli specializzati del XIV e XV ciclo.
Un momento di particolare rilievo è stata la Lectio Magistralis del prof. Giancarlo Baronti, antropologo e primo Direttore della Scuola, dal titolo: ‘L’opposizione secco/umido come modello esplicativo del mondo’.
La Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia, rappresenta un’eccellenza nella formazione scientifica nel campo delle discipline demoetnoantropologiche applicate alla conoscenza e alla valorizzazione dei patrimoni culturali.
La scuola, negli ultimi cinque anni, ha consolidato inoltre una importante rete di relazioni internazionali e tanti specializzandi e specializzande compiono una parte del loro percorso all’estero, in terreni di formazione e di ricerca in importanti istituzioni ministeriali, regionali e universitarie.
L’evento ha certificato il consolidato rapporto tra la scuola e il territorio del Lago Trasimeno, che negli anni è diventato un vero e proprio laboratorio di ricerca e sperimentazione nel campo dell’antropologia e del patrimonio culturale.