In occasione del Consiglio dell’Unione Europea dell’Agricoltura, dodici Stati hanno chiesto un supplemento di indagine sulla carne coltivata per approfondirne opportunità e rischi.
Ben 12 Paesi contro la carne coltivata considerata una minaccia per i cittadini. In occasione del Consiglio dell’Unione Europea dell’Agricoltura, a Bruxelles, Italia, Francia e Austria, assieme ad altri nove Stati, hanno chiesto all’Unione Europea un supplemento di indagine sulla cultivated meat per approfondirne opportunità e rischi.
Secondo i Paesi del Vecchio Continente, la ricerca è necessaria prima di un ok definitivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) all’utilizzo di bistecche, cotolette e polpette in provetta. Una consultazione pubblica – almeno secondo i firmatari del documento – sarebbe auspicabile. Fino a oggi, l’Italia è stata la prima Nazione dell’Unione Europea ad avere approvato un disegno di legge contro produzione e vendita della carne coltivata. Solo qualche giorno fa, invece, Israele aveva detto sì alla commercializzazione della cultivated meat. Una decisione storica che – oltre a garantire il benessere degli animali – potrebbe aprire nuovi scenari sul futuro dell’alimentazione mondiale.
La carne coltivata in laboratorio rappresenta “una minaccia” ai “metodi di produzione alimentare genuina che sono al centro del modello agricolo europeo”. Così Roma-Parigi-Vienna all’Ue#ANSAhttps://t.co/VCKJKOm8nv
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) January 22, 2024
“Paradossale l’atteggiamento del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha chiesto a Bruxelles, assieme a Francia e Austria, un approccio trasparente, esauriente e scientifico sulla carne coltivata, mentre in Italia ha introdotto un divieto basato su una visione ideologica e del tutto antiscientifica sul tema“, ha dichiarato Claudio Pomo, Responsabile Sviluppo di Essere Animali.