Per la vendemmia 2024, in Umbria c’è ottimismo, ciò non è scontato per i vigneti a conduzione biologica, dopo una stagione estiva con rilevanti picchi di caldo.
In Umbria, Filippo Antonelli, il proprietario della tenuta agricola appartenente alla famiglia dal 1883 con 190 ettari nel cuore della zona Montefalco Docg, in provincia di Perugia, è ottimista sulla vendemmia in corso.
Un cauto ottimismo, non scontato per i vigneti a conduzione biologica, dopo una stagione estiva con perduranti picchi di caldo.
Il punto, in occasione di una degustazione delle annate storiche del Chiusa di Pannone a Palazzo Antonelli a Roma, è stato fatto dall’enologo della cantina Antonelli, Massimiliano Caburazzi.
“La stagione è stata molto calda – ha evidenziato Caburazzi – ciononostante la produzione in vigna è molto abbondante e la qualità direi che è buona, con punte di eccellenza”.
“L’Umbria – ha osservato l’enologo – si sta scoprendo sempre più terra di bianchi. Siamo in pressione anche con la crescente domanda, soprattutto sul mercato italiano”.
“Noi – ha spiegato – lavoriamo con più varietà, il Grechetto e sempre più col Trebbiano spoletino che essendo un vitigno più tardivo risente meno di stagioni estreme dal punto di vista climatico. Stiamo iniziando a raccoglierlo in questi giorni mentre il Grechetto è già stato tutto raccolto”.
“Per quanto riguarda le varietà rosse – ha aggiunto – noi lavoriamo principalmente Sangiovese e Sagrantino, e possiamo già dire che per il Sangiovese è una buona annata con la certezza che il Sagrantino, essendo molto tardivo, riesce ad adattarsi, con stime che preannunciano dati interessanti e un buon livello di raccolta”.
Vino biologico
“Abbiamo 55 ettari in produzione a conduzione bio – ha detto ancora l’enologo di Antonelli – per un totale produttivo di circa 400 mila bottiglie. La quota dei bianchi è in crescita e abbiamo riscoperto queste varietà del Trebbiano spoletino che vinifichiamo in vari modi, dallo spumante ‘metodo classico’ fino a un bianco macerato sulle bucce in contenitori che non sono acciaio, ma anfore sia di ceramica che terracotta”.
“Una sperimentazione – ha continuato – avviata per il Vigna Tonda. Attualmente la quota del bianco è intorno al 30% mentre il grosso della produzione gira attorno al Montefalco Rosso.”
“Oltre al Sagrantino in purezza, il classico Docg – ha concluso l’enologo Massimiliano Caburazzi – facciamo anche la versione tradizionale passita, lavorando costantemente sulle due microzone più vocate per i due cru, Molino dell’Attone e Chiusa di Pannone, premiati dalle principali guide enologiche”.