Per la Uil Umbria per dare una sterzata è necessaria un’idea di futuro inclusiva: “Pesano invecchiamento, spopolamento di alcune aree e basse retribuzioni”
“Invecchiamento, spopolamento e basse retribuzioni del lavoro mettono l’Umbria in una condizione non certo tranquilla e richiedono uno sforzo per un’idea di futuro inclusiva, capace di tenere insieme tutte le fragilità, ma soprattutto di impostare un rilancio sostenibile socialmente ed economicamente”.
Questo è il punto di vista della Uil relativo alla società e all’economia umbra, reso noto attraverso il segretario generale Uil Umbria Maurizio Molinari e la segretaria generale Uilp Umbria, Elisa Leonardi.
Molinari e Leonardi hanno commentato i dati Istat contenuti nella pubblicazione ‘Popolazione e crisi demografica: il caso dell‘Umbria in un’Italia che invecchia’ elaborata dall’Aur.
“Un contesto, quello nazionale e locale – hanno riferito i sindacalisti – ormai al limite della sostenibilità economica”.
Una regione che invecchia sempre di più
“In Umbria – hanno sottolineato dalla Uil – la percentuale degli over 65 è del 25 per cento, i minori da zero a dieci anni sono meno degli over 70. La diminuzione della popolazione in età lavorativa si stima pari all’8,5 per cento (in Italia del -7,8) con una perdita di 44mila unità”.
“Questo quadro demografico – hanno aggiunto Molinari e Leonardi – che va avanti contestualmente agli stipendi più bassi d’Italia, fa sì che l’Umbria e i nostri governanti a tutti i livelli, si trovino di fronte a sfide diverse per il futuro. L’obiettivo che dovrebbe essere proprio e comune è quello di progettare un sistema di welfare che sia sostenibile, diffuso e gratuito, con l’idea di non lasciare indietro nessuno”.
“Accogliamo con soddisfazione – hanno continuato – il dato della Fondazione Gimbe, secondo la quale l’Umbria faccia meglio della media nazionale per gli ultra 75enni non autosufficienti assistiti in trattamento socio-sanitario-residenziale. In audizione al Senato, il presidente Cartabellotta ha reso noto come a fronte di una media nazionale di 40,2 anziani assistiti per 1.000 abitanti, l’Umbria risulti sopra la media con questo dato che sale a 46 (nel 2021)”.
“Un dato positivo – hanno commentato – che non ci farà abbassare la guardia sui diritti all’assistenza delle persone, come sull’attuazione degli investimenti relativi alla Missione 6 del Pnrr, sulla sanità”.
“È fondamentale – hanno concluso Molinari e Leonardi – che Case e ospedali di comunità procedano a ritmo spedito, ma è altrettanto necessario che non siano cattedrali nel deserto: serve il personale necessario per farle funzionare”.