Umbria, task force di cani antiveleno

In Umbria è nata un’unità cinofila con sei cani antiveleno per scovare e rimuovere i bocconi avvelenati. I 6 detective a 4 zampe sono Luna, Sky, Rick, Stella Libra, Victor e Nikita

In Umbria, a Perugia a conclusione di un corso durato circa un anno sono stati consegnati gli attestati ai sei binomi, cani/conduttori che compongono la nuova unità cinofila antiveleno a disposizione dei Comuni della regione.

Sono quindi 6 i cani specializzati nella lotta contro i bocconi avvelenati intrapresa dalla Regione Umbra.

Luna, Sky, Rick, Stella Libra, Victor e Nikita: sono loro i protagonisti di un nuovo progetto pilota, a livello nazionale, per la formazione delle Unità Cinofile Antiveleno.

Si tratta di due pastori tedeschi, un border collie, un meticcio e due pastori belga malinois che, insieme ai loro conduttori scoveranno e rimuoveranno esche velenose, per proteggere sia gli animali domestici che l’intero ambiente.

L’iniziativa promossa dall’ assessorato all’Ambiente della Regione Umbria, su impulso dell’Enpa e in collaborazione della Scuola umbra di amministrazione pubblica, è stata illustrata dal Dott. Massimo Floris, responsabile sanitario di Enpa.

“Da tanti anni faccio il medico veterinario ha detto il dottor Massimo Floris – e spesso ci capitano animali da affezione avvelenati. Oltre agli animali d’affezione avvelenati per via del bracconaggio, sul territorio dell’Umbria vengono disseminati bocconi avvelenati proprio come bracconaggio”.

“Questa – ha spiegato Floris è una piaga che affligge l’Italia, ma anche l’Umbria è parecchio colpita da questo fenomeno. Quindi mi è venuta l’idea di proporre all’assessore regionale Roberto Morroni questo progetto, che prende spunto dalle unità cinofile dei carabinieri forestali”.

“Un progetto ha ricordato Massimo Florische nasce nel 2013 dove nel Parco nazionale d’ Abruzzo i carabinieri forestali hanno preso delle unità cinofile e le hanno preparate per sconfiggere questo fenomeno, per lo sterminio dei lupi ed anche altri selvatici”.

“Questo progetto ha continuato Floris – è stato accolto a braccia aperte proprio per la risonanza sociale e l’importanza, anche in relazione all’inquinamento dei parchi naturali e alle falde acquifere, ed è stato affidato alla scuola di amministrazione pubblica di Villa Umbra”.

“Si sono iscritti più di 15 soggetti – ha riferito Floriscinofili privati e semi professionisti, come volontari. C’è stata una scrematura con un corso di formazione di circa un anno e poi una parte pratica con un esame finale prima dell’accreditamento. Sono state promosse sei unità cinofile sia sull’aspetto teorico che su quello pratico, quindi l’Umbria oggi può vantare con orgoglio, di avere nella sua regione a disposizione su chiamata dei comuni sei unità cinofile antiveleno. Questi cani sono dei fenomeni”.

Alle parole di Floris sono seguite quelle di Paola Tintori di Enpa.

“Noi che gestiamo le colonieha sottolineato Paola Tintorinoi che portiamo a spasso il cane, dobbiamo stare attenti. Le persone che accudiscono i gatti, nelle colonie, devono sapere che è necessario tenere pulito. Devono fare in modo che i gatti, che devono stare liberi, non diano disturbo agli altri, perché purtroppo molta gente è intollerante”.

“Se è tutto pulito – ha proseguito Tintorise il gatto non dà fastidio, se il cane non va a fare i bisogni, dove c’è scritto che non deve andare perché ci sono i bambini, sarebbe tutto, forse più semplice”.

“Noi – ha affermato Tintori in conclusione abbiamo fatto questo progetto come Enpa Nazionale, siamo partiti da Perugia, però il progetto e replicabile in altre realtà che hanno lo stesso problema. Lo riproporremo sicuramente”.