Umbria, lavoro e Pil in crescita, ma retribuzioni troppo basse

Lo studio dell’ Agenzia Umbria Ricerche sottolinea come l’occupazione in Umbria sia cresciuta di più, rispetto al resto d’Italia. I salari invece sono più bassi, 11,5% in meno rispetto al resto del paese.

Nel 2023 in Umbria, come in Italia, si assiste ad un rallentamento della crescita, con le prospettive per il 2024 che sono ‘fortemente condizionate’ dal perdurare di un quadro di incertezza, ma con il Pnrr che resta la ‘principale leva’ su cui poggiare le prospettive di crescita.

È questo il quadro macro-economico che emerge dalle anticipazioni della Relazione semestrale sullo stato economico-sociale della regione curata dall’Agenzia Umbria Ricerche (Aur).

La ricercatrice di Aur, Elisabetta Tondini ha illustrato alcuni aspetti rilevanti della ricerca: “I dati Istat ci hanno rivelato che il mercato del lavoro in Umbria, come in Italia, è andato molto bene”.

“Se consideriamo i primi 9 mesi dell’anno ha spiegato la variazione rispetto all’anno precedente è stata del 2,8%, a fronte del 2% nazionale. Quindi in Umbria va  molto bene l’occupazione. La disoccupazione invece è molto calata”.

Salari troppo bassi

“Riguardo alle retribuzioniha sottolineato la Tondini isolando i soli lavoratori standard (quelli con contratti a tempo indeterminato full-time retribuiti dal datore di lavoro per un intero anno lavorativo), abbiamo visto che in Umbria si guadagna meno che in Italia. Questo è un fenomeno strutturale che da decenni caratterizza la nostra economia. La retribuzione media annua in Umbria risulta pari a 30.872 euro e quella nazionale a 37.360 euro”.

“Ciò – ha continuatodipende dalle traiettorie dello sviluppo regionale, dal livellamento verso il basso delle qualifiche dei lavoratori nella nostra regione e molto probabilmente è anche legato al fatto che si dà ancora troppa poca importanza alla gestione delle risorse umane”.

Alle parole della Tondini, sono seguite quelle della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei: “Sono studi che aiutano a capire le situazioni che stiamo vivendo, ma alcuni dati sono molto importanti”.

“Il primo ha commentato Tesei è che noi registriamo un aumento del Pil del 2 % contro un Pil che abbiamo trovato nel 2019 che segnava un -1,2%.
Il dato che mi preoccupa di più è quello dei salari troppo bassi nella nostra Regione, sui quali dobbiamo sicuramente intervenire tutti”.

“Il pubblico – ha concluso la Tesei – può fare da stimolo, mettendo in campo anche delle iniziative per accompagnare al lavoro i nostri giovani laureati, ma anche le nostre imprese devono fare la loro parte per risolvere il problema”.