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Umbria, imprenditori preoccupati per criminalità e fenomeni illegali

Umbria, imprenditori preoccupati per criminalità e fenomeni illegali

Il Focus di Confcommercio Umbria in occasione dell’evento ‘Legalità, ci piace!’ Il 69% delle imprese si ritiene  penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione.

Gli imprenditori umbri del settore terziario (commercio, turismo, servizi, professioni) manifestano una preoccupazione seria nei confronti di criminalità e illegalità.

Rispetto al 2021, un imprenditore su dieci, infatti, percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza.

In occasione della decima Giornata nazionale di ConfcommercioLegalità, ci piace!”, che si è svolta martedì a Roma, Confcommercio Umbria ha interpellato le imprese associate.

Il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni ha fatto il punto della situazione: “Non vogliamo creare allarmismo, semmai stimolare le istituzioni e gli istituti di ricerca alla massima attenzione nei confronti del disagio manifestato su questo fronte dai nostri imprenditori, che va meglio indagato e attenzionato”.

“Da dieci anni ha ricordato Mencaronisiamo impegnati per la diffusione della cultura della legalità nel nostro territorio. Contrastare questi fenomeni significa togliere un freno alle nostre possibilità di crescita”.

L’indagine svolta su 200 imprese, ci dice, che quelli che sembrano aumentati di più sono gli atti di vandalismo e i furti.

I dati

L’8,5% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona. Il dato è al di sotto della media del centro Italia (14,1%) e ancora più della media nazionale (21,4%).

Sale invece al 15,5% la percentuale degli imprenditori umbri che si dicono molto preoccupati per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket per chi fa impresa nel proprio quartiere o nella propria zona . Il dato medio del centro Italia è 17,3% e la media nazionale è del 16,5%.

In Umbria, il 69% delle imprese si ritiene “molto o abbastanza” penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media del Centro Italia del 63,8% e nazionale del 65,1%).

L’84,5% delle imprese umbre ha investito in misure di protezione.

Per il 43% degli intervistati la qualità della vita nel proprio territorio, nell’ultimo biennio, è peggiorata.

I fattori che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la diminuzione del reddito medio dei residenti, la chiusura di esercizi commerciali e servizi alla persona, la riduzione della sicurezza personale, e la diminuzione dell’offerta culturale e per il tempo libero.