Per la prima volta il Festival delle Nazioni di Città di Castello (Pg) è dedicato al Portogallo ed alla musica delle sue colonie. “Il Portogallo – hanno ricordato gli organizzatori – ha avuto una grande espansione coloniale per cui gli influssi delle colonie sulla musica portoghese sono stati significativi”.
Dal 26 agosto al 6 settembre, a Città di Castello (Pg) è in programma la 57° edizione del Festival delle Nazioni.
La kermesse musicale, che per la prima volta omaggia il Portogallo, chiude un’ idea progettuale avviata tre anni fa e dedicata ai Paesi latini.
L’edizione 2024 della manifestazione è stata presentata a Perugia, dal presidente del Festival delle Nazioni, Leonardo Salcerini e dal direttore artistico Aldo Sisillo, presente anche l’assessore alla cultura del Comune di Città di Castello Michela Botteghi.
Il commento del Presidente del Festival, Leonardo Salcerini.
“Il Portogallo – ha detto Salcerini – chiude un trittico cominciato con la Spagna, poi con l’Italia ed ora appunto con il Portogallo. Ci siamo concentrati soprattutto sul sud Europa, ma non solo, perché in particolare quando si parla di Spagna e Portogallo, ma in qualche modo anche di Italia, ripercorriamo anche le tradizioni delle ex colonie di questi paesi”.
“Il Portogallo – ha ricordato Leonardo Salcerini– ha avuto una grande espansione coloniale per cui gli influssi sulla musica portoghese sono stati significativi, quindi abbiamo realizzato un percorso che, secondo me, è di sicuro interesse e che riserverà anche delle sorprese molto interessanti”.
Dopo Spagna e Italia quindi, la scelta del Portogallo arriva anche per un “doveroso omaggio” ai cinquant’anni della Rivoluzione dei Garofani, avvenuta il 25 aprile del 1975.
Alle parole di Leonardo Salcerini, sono seguite quelle del direttore artistico, Aldo Sisillo
“Partiremo dal periodo Barocco – ha sottolineato Aldo Sisillo – che è stato quello degli anni più importanti dell’Impero, con alcuni compositori meno conosciuti, per quanto ci riguarda, ma anche alcuni compositori italiani che hanno lavorato alla corte del Portogallo”.
“Nelle musiche portoghesi – ha aggiunto – si sente molto l’influenza della musica italiana, come in realtà in tutta Europa. Poi arriveremo ad esplorare alcuni musicisti come Villa – Lobos, De Freitas Branco che, a cavallo tra ottocento e novecento, hanno rappresentato anche per il Portogallo, quella strada e quella ricerca di un linguaggio musicale che si rifacesse alle origini ed alla musica tradizionale e popolare”.
“Accanto a questi – ha continuato Sisillo – avremo dei concerti importanti come Carminho, una delle stelle nascenti della musica portoghese popolare, contemporanea, ma anche un gruppo guidato da una percussionista portoghese di origini brasiliane, che ha studiato in Spagna, con una musica che raccoglie tutta l’eredità delle colonie, ci sono infatti musicisti angolani, del Mozambico”.
“Per finire – ha riferito ancora il direttore artistico Sisillo – c’è molta attenzione verso i gruppi giovani, in particolare italiani, ci sarà infatti il Trio d’archi che lo scorso anno ha vinto il premio Burri e che quest’anno ha ricevuto il premio Abbiati che è il premio della Critica nazionale”.
“Speriamo – ha concluso Aldo Sisillo – di dare un quadro, uno spunto, uno stimolo, all’esplorazione della cultura attuale portoghese”.