La sesta edizione del Proscenium Festival città di Assisi è stata vinta dalla 18enne perugina, Stella. Al secondo posto il milanese Marco Guazzone al terzo De.stradis. Tra gli ospiti Glennis Grace, Fabrizio Moro, Simona Bencini, Marino Bartoletti e Claudio Cecchetto. Con le telecamere di Teleambiente eravamo lì.
Stella, all’anagrafe Stella Merano, 18 enne di Fossato di Vico, in provincia di Perugia con il brano ‘Maniche’ ha vinto la sesta edizione di ‘ProSceniUm, Festival della canzone d’autore Città di Assisi’, quest’anno ‘Memorial Cristian Parisi’, concorso canoro nazionale riservato ai giovani talenti della musica cantautoriale, che si è svolto in Umbria, al Teatro Lyrick di Assisi.
La giovane artista perugina ha vinto un contributo assegnato da Nuovo Imaie a sostegno dell’attività di promozione di spettacolo dal vivo per l’organizzazione di un tour.
Il commento di Stella Merano, a Teleambiente: “Ancora non ho realizzato di aver vinto, sono molto molto contenta, è stato inaspettato, ma bellissimo”.
“Non so perché ho vinto – ha confidato Stella – spero che alla giuria sia arrivata la sincerità. Quando porto sul palco il mio progetto, cerco di far arrivare agli altri quello che provo, e spero che la giuria abbia sentito questo”.
Futuro di Stella
“Nel mio futuro – ha detto Stella – c’è tantissima musica, io spero di riuscire a farne un lavoro. Ora sto studiando al Saint Louis College of Music di Roma e quindi voglio specializzarmi più possibile in questo settore e spero di riuscire a far vedere quello che sono. Spero di portare avanti questo progetto, perché secondo me sta diventando veramente bello ed importante, soprattutto per me. Spero di far sentire i miei brani in giro”.
Stella in acustico o con una band
“Io amo i duo acustici, chitarra e voce o piano e voce – ha spiegato Stella Merano – perché secondo me sono molto più intimi e fanno uscire il vero senso della canzone, però cantare con un orchestra dietro è un sogno, per me è stata la prima volta ed è stato bellissimo, ho vissuto in una bolla di emozioni e non so come descriverle”.
Al secondo posto si è classificato ‘Rami’ del milanese Marco Guazzone, già partecipante a Sanremo Giovani, che si è aggiudicato anche il premio ‘Stefano D’Orazio’ per il migliore testo (assegnato dalla giuria di qualità) consegnatogli dalla vedova di D’Orazio, Tiziana Giardoni; terza posizione per ‘Quadri d’autore’ del bolognese De.stradis.
Solidarietà
Il ‘Premio Canticum’, quello legato alla solidarietà, è andato al progetto ‘Baskin’ dell’associazione sportiva dilettantistica Virtus Bastia: un vero e proprio sport che trae origine dal basket e viene giocato assieme da persone disabili e da normodotati, ciascuno secondo le proprie capacità e le proprie possibilità. Il suo nome deriva dall’unione delle parole ‘BASket’ e ‘INclusivo’.
Un grande successo quindi anche per questa edizione del Festival, condotto da Rudy Zerbi e Loredana Torresi, che ha alternato sul palco giovani talenti e grandi ospiti come Glennis Grace, che si è esibita per la prima volta in Italia proprio ad Assisi e che presto calcherà le scene europee con un tour in omaggio a Whitney Houston.
L’ospite più atteso è stato sicuramente Fabrizio Moro, che ha cantato il brano vincitore del Festival di Sanremo del 2018 in coppia con Ermal Meta ‘Non mi avete fatto niente’, ‘Pensa’, ‘Portami via’ e ‘Sono solo parole’ scritta per Noemi.
Simona Bencini, anche lei sul palco, conosciuta per essere la voce dei ‘Dirotta su Cuba’, ha fatto scatenare il Lyrick con storiche canzoni come ‘Gelosia’.
Come detto in giuria anche il produttore discografico, editore, talent scout e conduttore Claudio Cecchetto.
“Questo per me – ha ricordato Cecchetto a Teleambiente – è il secondo anno in giuria, e se mi vorranno, vorrei essere qui anche il prossimo”.
“Per capire se un ragazzo è un talento – ha sottolineato Claudio Cecchetto – ci vuole tempo perché al di là dell’artista, bisogna imparare a conoscere la persona, una canzone non basta perché ci deve essere un connubio tra canzone ed immagine”.
“Meno male che ho fatto il dj – ha riferito il talent scout – perché se avessi fatto il cantante, la concorrenza sarebbe stata troppa e non sarei riuscito a vincere nulla, come dj invece qualcosina ho combinato”.
Un consiglio per chi vuole intraprendere la sua carriera
“Il consiglio – ha affermato Claudio Cecchetto – è di andare a lavorare anche nella radio più piccola del mondo per farsi le ossa e cominciare a capire cosa serve in questo mondo, e poi naturalmente non abbattersi di fronte alle difficoltà. Bisogna insistere, però bisogna anche capire se si è fatti per questo lavoro. Prima di tutto bisogna voler bene alla gente, voler bene agli ascoltatori ed andare di fronte al microfono divertendosi e divertendo. Quando si chiude il microfono, bisogna pensare a cosa proporre il giorno dopo, è un lavoro che ti impegna 24 ore su 24”.
“Io ho 42 anni – ha scherzato Cecchetto – ma ho fatto una vita terribile, per quello sembro un 72enne”.
Sul palco anche il giornalista, conduttore televisivo, esperto di musica e scrittore Marino Bartoletti, che ha ricoperto il ruolo di presidente della giuria e che ha letto alcune righe tratte dal suo ultimo libro, ‘Il Festival degli dei’.
Anche Marino Bartoletti è intervenuto ai microfoni di Teleambiente: “Questa sera c’è un artista che mi ha colpito particolarmente, ma essendo il presidente di giuria non posso rivelare i miei voti”.
Originalità
“Questi artisti – ha aggiunto Marino Bartoletti – non hanno fatto l’imitazione di nessun altro, cosa che succede molto spesso nei talent o tra i ragazzi che stanno per emergere, sono stati quasi tutti loro stessi”.
Nel futuro della musica si canterà o ci saranno solo dei loop?
“Amadeus ha lavorato molto bene al Festival di Sanremo – ha continuato Bartoletti – ed ha cercato di rilanciare la giovane musica italiana ed in buona parte credo ci sia riuscito e credo proprio che continuerà a farlo anche Carlo Conti. Parlo di Sanremo perché è la vetrina ed il volano di tutto”.
“Io credo che sia in atto una piccola mutazione genetica – ha ribadito Marino Bartoletti – ed anche noi persone anziane, dobbiamo prenderne atto e guardare con simpatia i ragazzi emergenti. Anche perché quando gli adulti non capiscono i gusti dei giovani, sono invecchiati invano”.
“Se la musica italiana è quella che abbiamo visto a Sanremo negli ultimi anni, che poi è la sintesi di quello che accade alla base – ha concluso Bartoletti a Teleambiente – vuol dire che c’è una buona speranza, ed anche qui, al Proscenium, abbiamo visto qualcosa di interessante”.
Quello del Teatro Lyrick è stato uno spettacolo a 360 gradi accompagnato dall’orchestra ritmo sinfonica di ProSceniUm, diretta dal maestro Paolo Ciacci, che ha suonato dal vivo per tutti gli artisti.
Spazio poi anche alla sostenibilità con la messa a dimora di un nuovo albero per ogni artista in finale.
Premio
Il premio giuria popolare, assegnato in occasione del ‘Dopo Festival’ che si è svolto, il giorno successivo, presso il Centro Commerciale Collestrada di Perugia e che ha visto alla conduzione l’attore Alex Belli e Loredana Torresi è andato a ‘Piove’ del cantautore di Manfredonia (Foggia), Alessandro Di Lascia.
La foto di Alessandro Di Lascia è di Rodolfo Laura