Umbria, ad Assisi sport equestri tra inclusione e disabilità

In concomitanza con il G7 Inclusione e Disabilità, in Umbria si è svolta un’ iniziativa di approfondimento di Fise Umbria. ‘Il cavallo è un grande terapeuta’: ad Assisi sport equestri tra inclusione e disabilità. Sono intervenuti medici, professori, tecnici e atleti che hanno raccontato la loro esperienza di rinascita.

In Umbria, nel contesto del G7 Inclusione e Disabilità, la Fise Umbria, ha organizzato un convegno ‘Sport equestri: disabilità e inclusione’ presso la Tenuta San Masseo di Assisi.

È stato un momento di riflessione e approfondimento con esperti di livello nazionale, sull’importante ruolo svolto dall’equitazione e dal cavallo in questo ambito.

Tanti gli intervenuti, tra questi anche il presidente nazionale della Federazione italiana sport equestri (Fise), Marco Di Paola.

“Noi – ha evidenziato Marco Di Paola a Teleambiente- siamo l’unico sport che ha tre discipline olimpiche che si fanno con il cavallo. Lo sport insegna i valori della lealtà e della correttezza; il cavallo insegna i valori della generosità, della fiducia e dell’altruismo”.

“Gli sport equestri perciò – ha detto Di Paola – non possono non dare il loro contributo in questo meraviglioso mondo della disabilità. Il cavallo è un grandissimo terapeuta e dimostra sempre più le sue doti in questo ambito. Tanti complimenti a tutti gli operatori che attraverso il cavallo riescono a dare benefici ai ragazzi che ne hanno bisogno”.

Umbria, ad Assisi sport equestri tra inclusione e disabilità, foto convegno

Tra i tanti esempi portati durante la giornata, tra attività svolte negli anni ed esperienze personali, anche quello di Laura Paglicci Reattelli, paradriver e atleta di paradressage.

“Io – ha raccontato Laura Paglicci Reattellivenivo dal salto ostacoli e poi è giunta improvvisamente la disabilità che mi impediva di proseguire. Ho scoperto quindi il mondo paralimpico, che non conoscevo pur essendo medico, è stata una scoperta importante, mi sono iscritta come tale e mi sono stati concessi degli aiuti compensatori, grazie ai quali posso anche competere alla pari, con la stessa intensità, insieme agli atleti normodotati”.

“Ciò ha sottolineato l’atleta – mi consente una totale inclusione e parità con gli altri competitor. Qualunque atleta ha delle difficoltà che deve superare quotidianamente, le nostre sono diverse, ma hanno la stessa intensità e riuscire a superarle dà la stessa soddisfazione”.

“Per me lo sport – ha ricordato Laura Paglicci Reattelli non ha quella finalità egoica di raggiungimento dell’autostima, ma è la vita con il cavallo, il rapporto con il cavallo, con gli istruttori e con il mondo equestre”.

“Il mondo paralimpico ha continuatomi ha consentito di non abbandonare tutto questo e per me sarebbe stato un abbandono molto doloroso. Grazie anche alla federazione sono riuscita a reinserirmi nella carriera agonistica di pari intensità”.

“Per quanto riguarda la riabilitazione equestre ha concluso Laura Paglicci Reattelli posso dire che è una riabilitazione a tutti gli effetti, ma ha in più una componente emotiva e psicologica molto più efficace: un’ora di equitazione è diversa da un’ora di riabilitazione in un ambulatorio medico”.