La stampa 3D consente un approccio alla chirurgia più rapido e meno invasivo. Il dottor Palazzo: “Considerati i grandi vantaggi che questo tipo di tecnologia offre, sarebbe auspicabile che in un prossimo futuro fosse introdotta nelle linee guida per il trattamento dei casi complessi”.
In Umbria, a Gubbio, presso il Servizio odontoiatrico, situato nella sede del distretto Alto Chiascio dell’Usl Umbria 1, un’ equipe di professionisti ha eseguito un intervento odontoiatrico con l’ ausilio della stampa 3D.
In particolare, è stato eseguito un intervento di enucleazione chirurgica di un odontoma composto.
“La stampa 3D – ha spiegato in una nota la stessa Usl – consente un approccio alla chirurgia più rapido e meno invasivo. Ad eseguire l’intervento, su un ragazzo, un team composto da Mario Guerra, coordinatore del Servizio aziendale di Odontoiatria, Leonardo Palazzo, referente polo odontoiatrico di Marsciano, e Cristina Rossi, specialista in Ortognatodonzia e Gnatologia”.
Come ausilio diagnostico il team aziendale ha richiesto una replica anatomica in resina bicolore al reparto 3D di un’azienda esterna, per poter comprendere l’estensione dell’odontoma ed i rapporti dello stesso con i denti adiacenti.
Successivamente ha preparato un planning preoperatorio con simulazione dell’intervento in modo da poter ridurre al minimo le complicanze intraoperatorie, i tempi dell’intervento e la morbilità postoperatoria e per ben informare i genitori del paziente sulle modalità dell’intervento chirurgico pianificato.
“Normalmente – ha sottolineato il dott. Leonardo Palazzo – una volta eseguito l’intervento il rischio di recidive è bassissimo e quindi l‘odontoma non compare più”.
“Considerati i grandi vantaggi che questo tipo di tecnologia offre, in tutte le branche della medicina – ha continuato il medico – sarebbe auspicabile che in un prossimo futuro fosse introdotta nelle linee guida per il trattamento dei casi complessi”.
“Si tratta – ha concluso – di una preziosa opportunità che dovrebbe essere diffusa tra i medici e da loro comunicata ai pazienti che sono i fruitori ultimi maggiormente interessati”.