Dal 12 gennaio, Valerio Lundini sta facendo un viaggio in Italia tra trapper, bellezza, cultura e ‘caffè sospeso’
L’eclettico Valerio Lundini, dopo l’esperienza cinematografica con Sergio Castellitto, torna in tv con ‘Faccende complicate’.
Il programma, divertente, surreale e ironico, è disponibile dal 12 gennaio su RaiPlay.
Sono 10 puntate, 3 per ogni settimana, da 25 minuti l’una.
Lundini percorre l’Italia in cerca di storie e di vita, l’unico filo conduttore è la sua curiosità.
Valerio Lundini ha spiegato il programma: “Faccende complicate è il titolo del programma”.
“Si chiama così – ha detto – perché è un titolo dove ci puoi infilare qualunque cosa e nessuno direbbe ‘non c’entra col titolo’ perché sono quei titoli vasti.
Alle fine su dieci puntate nove e mezzo trattano delle faccende, che poi siano complicate o meno uno se lo dimentica”.
Valerio Lundini tocca tante città e tantissimi argomenti, molto eterogenei.
Va a caccia degli aspetti più strani, e non, della nostra società.
Cultura, tradizioni e tanta verità, che spesso gli altri non raccontano.
Il tutto con lo stile inimitabile che lo ha reso celebre.
“Non stiamo in America. In America ti fai un’idea – ha commentato Lundini – puoi metterci gli alieni, c’è una produzione con i miliardi che ti trova gli alieni”.
“Qua ho detto – ha aggiunto il conduttore – non avendo i soldi che c’hanno gli americani, cerchiamo delle cose già strane di per sé, per esempio il campionato di scacchi-pugilato, che io da solo non avrei potuto allestire. Già esiste, ci vado a fa’ una puntata così chi lo vede pensa che è tutta finzione dice: ammazza vedi, hanno messo su un teatrino fatto proprio bene”.
Dopo Milano, Napoli, Torino, e tanta Italia, il suo viaggio termina in Albania, dove ha cercato di diventare famoso attraverso la tv.
“Se un turco o un francese venisse per quattro giorni costantemente nei nostri programmi – ha concluso Valerio Lundini – noi diremmo: ce sta sto turco che è qualcuno. Io sono andato in vari programmi albanesi ma non ci siamo capiti. Ed è anche prevedibile perché parlano una lingua stranissima”.