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Turismo, un settore in ginocchio con tempi di ripresa più lunghi di altri

“Questo 18 maggio è da considerarsi una data a partire dalla quale si potrà riaprire. Non tutti i musei e siti archeologici saranno pronti. E intanto dal 28 febbraio non abbiamo avuto più nessun incontro con il Ministero della Cultura”. L’appello di Isabella Ruggiero, guida turistica e presidente nazionale AGTA. 

L’emergenza Covid-19 ha azzerato le attività delle guide turistiche, prenotazioni cancellate e nessuna sicurezza sui tempi di una possibile ripresa del turismo. Nella capitale sono oltre 3000 le guide turistiche, principalmente donne, quasi tutte libere professioniste a partita Iva o ritenuta d’acconto. Per la fase 2 dal prossimo 18 maggio riapriranno alcuni musei e siti archeologici. Ma il settore del turismo è in ginocchio e i tempi di ripresa saranno più lunghi di altri.

Ne abbiamo parlato con Isabella Ruggiero, guida turistica e presidente nazionale AGTA (Associazione delle Guide Turistiche Abilitate).

In che modo si ripartirà dal 18 maggio?

Non sono arrivate norme precise e questo 18 maggio è da considerarsi una data a partire dalla quale si potrà riaprire. Non tutti i musei e siti archeologici saranno pronti. Mancano norme dal ministero riguardo al numero di persone, alla quantità rispetto ai metri quadrati e agli itinerari. Da quello che sappiamo le cose sono abbastanza indietro, anche per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza come le mascherine per custodi e personale. Anche grandi musei, quelli che prima facevano grandi numeri e introiti, stanno valutando quanto effettivamente conviene aprire.

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Il ministero continua a dire che bisogna puntare sul turismo italiano. Pensi che questo sia possibile specie in una città come Roma?

Assolutamente no. Nelle città d’arte come Roma, ma questo vale anche per Venezia, Firenze e una gran parte della costiera, il numero di turisti italiani è sempre stato di gran lunga inferiore al 50%. Il turismo italiano è quello balneare o di montagna ma non di città d’arte. Coloro che fanno poi visite guidate sono in gran parte scolaresche, che sono state completamente annullate nel 2020, e gruppi, anch’essi adesso vietati perché costituiscono assembramenti. Le guide hanno voglia di ripartire. Ma la gente ha paura ed è molto difficile incentivarla. Siamo già in piena crisi economica e le persone dovranno comunque scegliere cosa fare, anche a livello di vacanze. Ci sarà un taglio su tutte le spese e tutto questo si ripercuoterà, a mio avviso, anche sulla cultura.

La pandemia ha preso piede all’inizio dell’alta stagione. Quante cancellazioni sono arrivate ad oggi?

Stiamo ricevendo cancellazioni per settembre, ottobre e novembre. A questo si affianca il fatto che linee aeree, per esempio quelle, americane, hanno confermato la cancellazione dei voli per l’Italia per tutto l’autunno. L’intera filiera del turismo resterà ferma per il 2020 e molti alberghi si chiedono anche se conviene riaprire. Il turismo internazionale ha un peso enorme sul lavoro di tutto il nostro settore. Possiamo fare tante proposte per la ripresa ma se non ci sono coloro che normalmente usufruiscono di un determinato servizio è un po’ come dire a un attore di recitare su un palcoscenico ma senza che il pubblico possa entrare a teatro.

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Con il decreto Italia non c’era niente di specifico per la vostra categoria. Ad oggi cosa è cambiato? 

Ad oggi ancora non è cambiato nulla purtroppo. Stiamo aspettando i decreti di aprile-maggio. Il ministro ha detto che daranno degli aiuti specifici al comparto. Ma al momento, per quanto riguarda le guide turistiche, abbiamo ricevuto soltanto l’indennità di marzo che sarà prorogata per aprile e maggio (questo però è nell’ambito di tutte le partite IVA non soltanto per il turismo). La nostre richiesta è quella di avere un sostegno economico ancora per altri mesi. Ma il grosso problema con il ministero è stato che finora abbiamo avuto, almeno la nostra categoria, soltanto uno scambio il 28 febbraio, da allora non c’è stato più nulla. I nostri unici colloqui avvengono attraverso la stampa e  le mail e lettere che inviamo. Nella task force mancano gli esperti del nostro settore. 

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Quali sono le richieste della vostra associazione AGTA in vista della riapertura a metà maggio?

Le richieste fondamentali rimangono un incontro con il ministero, i sostegni economici e la sospensione del pagamento dei tributi e contributi per quest’anno. Non chiediamo di non pagarli ma soltanto di posticipare poi al 2021/2022, quando potremo di nuovo lavorare e pagarli. Quando poi si ripartirà davvero abbiamo bisogno anche di un sostengo concreto per le difficoltà che riscontravamo già nel nostro lavoro prima che iniziasse questo periodo. Tra l’abusivismo e a volte problemi con la gestione dei monumenti era difficile lavorare con la concorrenza.  Non vorremmo che tutto questo potesse dare l’occasione ad altri soggetti di evitare di far in maniera che poi per le guide diventasse difficile ricominciare e che quel diritto al lavoro quindi non si tocchi.