Tumore alla vescica, nuovo farmaco aumenta la sopravvivenza dei pazienti

“C’è un rischio altissimo di impotenza sessuale. Quindi stiamo parlando di una malattia che ha impatto sociale e di qualità della vita enorme”, Patrizia Giannatempo, oncologo medico SS di Oncologia Genito-Urinaria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. 

Diventa rimborsabile anche in Italia l’enfortumab vedotin, un farmaco utile nei casi più gravi di carcinoma uroteliale poiché in grado di aumentare la sopravvivenza dei pazienti. Il tumore alla vescica colpisce 29mila persone ogni anno nel nostro Paese. Un tumore che limita sensibilmente la qualità della vita di chi ne è affetto poiché spesso comporta incontinenza e impotenza.

“Un paziente, anche se ha fatto l’intervento di ricostruzione, ha incontinenza urinaria – spiega ad askanews Patrizia Giannatempo, oncologo medico SS di Oncologia Genito-Urinaria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Quindi cosa vuol dire? I pazienti che vanno fuori con gli amici, i pazienti nella loro normale vita devono sempre pensare se c’è un bagno vicino, ‘ho l’incontinenza urinaria mi sono portato i pannoloni di ricambio?’. Anche nella vita relazione di coppia c’è un rischio altissimo di impotenza sessuale. Quindi stiamo parlando di una malattia che ha impatto sociale e di qualità della vita enorme”. “L’arrivo di questo farmaco – sottolinea ancora Giannatempo – ha davvero rivoluzionato quella che è la vita dei nostri pazienti“.

Daniele Santini, professore ordinario di Oncologia Medica all’Università Sapienza di Roma e direttore Uoc Oncologia del Policlinico Umberto I di Roma dichiara: “Il nome è enfortumab vedotin: è un farmaco innovativo che grazie agli effetti appunto sul paziente e agli studi registrativi, ha portato a un incremento della sopravvivenza del paziente, a un miglioramento della qualità di vita del paziente, a un aumento della durata delle risposte. E quindi non si può che chiamare rivoluzione nell’ambito appunto del trattamento del tumore uroteliale”.

“Il paziente ha un ‘effetto Lazzaro‘, cioè sta meglio – precisa ancora Santini – e questo effetto si osserva anche dopo 1 o 2 mesi dall’inizio del trattamento quindi anche molto precoce. Fino a prima dell’enfortumab si utilizzavano dei farmaci chemioterapici che purtroppo non avevano dimostrato di impattare sulla sopravvivenza del paziente. Quindi questo è il primo farmaco che ha dimostrato l’incremento di sopravvivenza e un beneficio clinico in un setting così avanzato di tumore uroteliale”.

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