Trivelle. Nuove spaccature nel Governo del cambiamento.
Primo terreno di scontro, il tema delle trivelle che nei giorni scorsi aveva messo in difficoltà il MoVimento 5 Stelle.
Prima il via libera a tre nuove esplorazioni nello Ionio, poi la correzione del tiro con un emendamento al Dl Semplificazioni che blocca 36 attività di prospezione e ricerca petrolifera.
Compresi i tre permessi nel Mar Ionio finiti al centro delle polemiche dopo che Verdi, Comitati e Associazioni ambientaliste avevano accusato il vicepremier Luigi Di Maio ed il suo dicastero di aver dato il via libera a tre nuove esplorazioni petrolifere.
A gettare benzina sul fuoco è l’intervento della sottosegretaria all’Ambiente in quota Lega, Vannia Gava.
“Non posso approvare una impostazione tutta volta a dire No come quella che sta alla base dell’emendamento dei 5 stelle sul tema delle trivelle – ha spiegato la sottosegretaria – È sbagliato bloccare le autorizzazioni per le trivelle: non possiamo consentire che la paura blocchi lo sviluppo”. Parole perfettamente in linea con il pensiero del vicepremier leghista, Matteo Salvini.
“Trivellare vicino alla costa no, ma dire no per partito preso a ricerche di energia in mezzo al mare no – ha rimarcato il leader del Carroccio a ‘Porta a Porta’ – Non possiamo far finta che il mondo si sia fermato”.
Non si è fatta attendere la replica del M5S
“Sono certo che Salvini riporterà i suoi sottosegretari sulla giusta strada relativamente alle trivelle” – ha scritto su twitter il sottosegretario agli Esteri grillino Manlio Di Stefano, postando una foto che ritrae Salvini con la maglietta ‘Stop trivelle vota sì’.
“Solo qualche mese fa – si legge ancora – la Lega era super determinata in fin dei conti e fermarle significa più lavoro e meno inquinamento“.
Sulla questione è intervenuto anche il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“Sicuramente il governo esprime una sensibilità diversa rispetto al passato, la questione adesso è specifica per il ministro Di Maio e il ministro Costa. Evidentemente faremo anche una riflessione comune nel governo e valuteremo. Non chiedetemi permesso per permesso” – ha detto il premier ai cronisti al termine del suo intervento agli Stati generali dei consulenti del lavoro, ha affrontato la questione delle trivellazioni offshore per la ricerca di gas o petrolio in mare.
“C’è comunque una sensibilità comune nel governo – ha poi sottolineato – a rivedere le autorizzazioni alle trivelle perché non è questa secondo noi la soluzione da offrire al Paese per rafforzarne capacità energetica. Dopodiché sulle singole valutazioni aspetteremo i pareri dei ministri Di Maio e Costa: saranno portati e li condivideremo”.
«Accogliamo favorevolmente l’emendamento contro trivelle da parte del Governo – affermano Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo – ed in particolare che si preveda l’introduzione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PTESAI), come chiedeva uno dei quesiti del referendum del 2016. Ora è importante che il Parlamento approvi subito il testo senza stravolgerlo, facendo attenzione ai profili di costituzionalità per non offrire appigli alle multinazionali del petrolio per eventuali ricorsi. Questa scelta è fondamentale per la decarbonizzazione del nostro Paese, uscendo così dalla dipendenza dai combustibili fossili, puntando sulla transizione verso un’economia sostenibile fondata sulle rinnovabili. Chiediamo inoltre che si parta quanto prima con la procedura per rendere il Golfo di Taranto area marina protetta per la salvaguardia dei cetacei e che sia istituita l’AMP Otranto-Leuca per i sistemi costieri e i coralli bianchi».