Trivelle. Raggiunta l’intesa tra M5S e Lega sulla questione trivelle.
La conferma è arrivata in mattinata dal presidente della Commissione Lavori pubblici Mauro Coltorti a margine della riunione della commissione.
Ora, l’obiettivo delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori pubblici è arrivare in Aula oggi per approvare il Decreto domani.
L’accordo, inserito nel Dl Semplificazioni, arriva dopo lo scontro di ieri tra il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa deciso a non autorizzare nuove trivellazioni (che ha minacciato anche di lasciare in caso di sfiducia) e la Lega che invece chiedeva di ammorbidire le regole per le ricerche e le prospezioni petrolifere in mare.
Fonti leghiste confermano l’accordo che ha sciolto il nodo trivelle e spianato la strada al decreto
Semplificazioni, ma fanno anche trapelare che cresce “l’irritazione” per certe posizioni dei 5 stelle e “del partito del No”.
“La politica del ‘no a tutto’ non fa bene al Paese”, si rimarca dal partito di Matteo Salvini.
Parole a cui replica lo stesso Ministro Costa affermando che loro non sono il partito del No, ma quello del si alle rinnovabili.
Fanno eco alle parole di Costa, quelle della Senatrice pugliese Patty L’Abbate che ha ricordato come il MoVimento sia alla guida di “un cambiamento in nome della resilienza del nostro fragile territorio, mostrando una direzione opposta rispetto a tutti coloro che vedono nel carbone e nei altri combustibili fossili l’unica fonte di energia possibile. Siamo quelli del sì alle nuove strategie di sviluppo economico volte a diffondere nuovi modelli economici, che siano sostenibili e che guardino alla green economy e all’economia circolare”.
“Noi – prosegue la senatrice – siamo per il no alle multinazionali del petrolio che calpestano ogni giorno la sovranità energetica del nostro Paese, devastando interi territori. Non solo. Le trivellazioni, ricordiamolo, mettono in crisi, altri settori strategici del nostro Paese come quello turistico. Parliamo di terre meravigliose come Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia e tante altre che vedono nelle trivelle la loro chimera”.
L’intesa raggiunta, prevede un aumento di 25 volte i canoni per le concessioni (la proposta iniziale del M5S era 35 volte), ma anche la sospensione di 18 mesi delle ricerche di idrocarburi, nelle more dell’adozione di un piano nazionale.
“Io sono uomo semplice, step by step. L’importante è che abbiamo iniziato un percorso con lo stile
rigoroso di tutelare l’ambiente. La moratoria e’ gia’ un bel passaggio” – ha commentato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, spiegando che “anche l’aumento dei canoni di 25 volte non è poco, considerato che le royalties per le estrazioni in Italia attualmente sono le più basse d’Europa”.
“Rimane – aggiunge poi Costa – tutta la questione ambientale sullo sfondo. Io sono particolarmente convinto che dobbiamo andare verso le fonti rinnovabili, che hanno un ritorno anche sul fronte dei posti di lavoro diretti o indiretti di 10 a 1”.
Per il Ministro “nessuno deve pensare che rimanga qualcuno indietro, che si perdano posti di lavoro: non e’ lo stile di questo governo e non accadrà. Siamo pronti – sottolinea – anche ad aprire un tavolo di concertazione per i ‘caschi gialli’, come vengono definiti”.
I prossimi 18 mesi, serviranno per arrivare all’obiettivo di sospendere “ogni trivellazione e di utilizzare questo tempo proficuamente per modificare per esempio l’articolo 38 dello Sblocca Italia”.