Continuano ad arrivare alle porte di Roma gli agricoltori decisi a partecipare al presidio previsto per il 15 febbraio al Circo Massimo.
Una decisione che sancisce la spaccatura del fronte degli agricoltori italiani. Il gruppo che si riconosce sotto la sigla Riscatto agricolo è più vicino al governo Meloni, tanto da essere stato ricevuto più volte da esponenti del Masaf, e di essersi accontentato di un giro simbolico per le strade di Roma.
Sul fronte opposto gli agricoltori del gruppo C.R.A. guidati da Danilo Calvani, ex Forconi, che rivendica la linea dura nei confronti del governo e considera concessioni irrilevanti quelle fatte finora dal governo Meloni.
La cancellazione dell’Irpef per chi ha un reddito inferiore ai 10mila euro annui, il contrasto alle importazioni sleali e il fondo da 300 milioni contro i danni provocati dalle calamità naturali, non sono sufficienti per tutelare i lavoratori che, secondo l’ala più intransigente del movimento, necessitano di misure strutturali che assicurino la redditività dell’attività agricola.
A rimanere sullo sfondo di questo braccio di ferro è la transizione ecologica, le misure che avrebbero dovuto permettere la realizzazione del Green Deal europeo sono state le prime ad essere cancellate dall’Unione in risposta alle proteste. La sostenibilità ecologica è stata così rimandata a data da destinarsi, in attesa di una nuova formulazione degli obiettivi climatici capace di essere accettata dal settore agricolo.