Niente accordo sul Trattato globale per l’inquinamento da plastica. L’incontro dell’Unep a Busan, in Corea del Sud, doveva essere l’ultimo, ma non è andata così.
Doveva essere l’ultima e decisiva settimana di incontri, che avrebbe dato vita ad un Trattato globale sull’inquinamento da plastica, invece si è rivelato un buco nell’acqua.
Dal 25 novembre al 1° dicembre a Busan, in Corea del Sud, i leader di 178 Paesi si sono riuniti nel Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC-5). Una settimana per cercare di trovare una soluzione per ridurre l’inquinamento da plastica, un’emergenza globale con gravi ripercussioni su ambiente e salute.
Il risultato sperato però, non è arrivato. Durante la sessione plenaria finale dei negoziati, è stata annunciata la necessità di ulteriore tempo per risolvere i tre punti critici emersi durante gli incontri.
“Diverse questioni critiche ci impediscono ancora di raggiungere un accordo generale. Queste questioni irrisolte rimangono spinose e sarà necessario più tempo per risolverle in modo efficace”, ha dichiarato l’ambasciatore ecuadoriano Luis Vayas Valdivieso, che presiede i colloqui delle Nazioni Unite.
The world’s commitment to #BeatPlasticPollution is undeniable.#INC5 has moved us closer to a #PlasticsTreaty.
As ongoing divergence remains in critical areas, #INC5 has adjourned to allow for more time for these areas to be addressed.
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— Inger Andersen (@andersen_inger) December 1, 2024
Le questioni che hanno ostacolato la definizione del trattato riguardano specialmente la contrarietà ad agire con misure gestire tutto il ciclo di vita della plastica. Nello specifico, le ostruzioni riguardano le aree della riduzione della produzione globale di plastica, la creazione di un elenco di prodotti o molecole ritenuti pericolosi per la salute e il finanziamento degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo intenzionati a creare sistemi per la gestione dei rifiuti.
Già dall’inizio dei colloqui, si era formata una divisione tra i rappresentanti degli Stati. Da una parte la coalizione, composta da Stati europei, africani e asiatici, favorevoli a un trattato vincolante per tutto il ciclo di vita della plastica (compresa la produzione), dall’altra i principali Stati produttori di petrolio, Iran, Arabia Saudita, Russia, preferivano un approccio più leggero limitato al riciclo e alla gestione dei rifiuti.
Il ministro dell’Industria francese Olga Givernet ha parlato di “una minoranza che continua ad ostacolare”.
Un diplomatico europeo, interpellato dall’AFP, ha descritto gli incontri tra i vari gruppi di contatto come interminabili, proseguiti fino alle prime ore del mattino senza che si arrivasse a una svolta. Secondo il diplomatico, che è voluto restare anonimo, il gruppo di Paesi contrari “ha usato tattiche di schiacciamento, abusando del potere di veto”.
Il gruppo di Paesi più ambiziosi ha comunque voluto chiudere questi negoziati con una nota positiva. Il norvegese Erland Draget ha sottolineato che “per la prima volta, i contorni di un trattato appaiono”.
“Il nostro mandato è sempre stato ambizioso. Ma l’ambizione richiede tempo per concretizzarsi. Abbiamo molti degli elementi di cui abbiamo bisogno e Busan ci ha messo saldamente sulla strada del successo“, ha affermato l’Ambasciatore Vayas Valdivieso. “Invito tutte le delegazioni a continuare a tracciare percorsi, costruire ponti e impegnarsi nel dialogo“.
“Ricordiamo sempre che il nostro scopo è nobile e urgente: invertire e porre rimedio ai gravi effetti dell’inquinamento da plastica sugli ecosistemi e sulla salute umana”, ha aggiunto.
Trattato sulla plastica, WWF: “È scoraggiante concludere l’INC-5 senza l’approvazione di un Trattato”
Dalle associazioni ambientaliste – che i giorni scorsi hanno lanciato appelli ai leader per giungere ad una soluzione globale e ambiziosa – arriva tutta la delusione per la mancata definizione del Trattato,
“Sono ormai passati più di 1.000 giorni e cinque incontri negoziali da quando i governi hanno concordato di stabilire un Trattato giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica. Durante questo periodo, sono state prodotte oltre 800 milioni di tonnellate di plastica, spesso monouso e non necessarie, di cui oltre 30 milioni di tonnellate sono finite nei nostri oceani con danni enormi per persone e ambiente”, ricorda Eva Alessi Responsabile Sostenibilità del WWF Italia. “È scoraggiante concludere l’INC-5 senza l’approvazione di un Trattato, ma l’ultima bozza presentata, così come il supporto dimostrato dalla maggioranza dei Paesi ci porta a guardare al 2025 e ad un eventuale INC 5.2 con la consapevolezza che l’approvazione di testo giuridicamente vincolante, che ci metta finalmente sulla strada per eliminare l’inquinamento da plastica, è ancora possibile”.
Siamo delusi per il mancato accordo al vertice sull’inquinamento da #plastica che si è concluso ieri in Corea del Sud
Qui https://t.co/Q62zE7PXUW— wwfitalia (@WWFitalia) December 2, 2024
Negli ultimi anni, la comunità scientifica ha lanciato numerosi allarmi sulle conseguenze disastrose della plastica sulla biodiversità, sul clima e sull’uomo. Le microplastiche ad esempio, hanno ormai invaso il Pianeta, contaminando anche il nostro organismo.
Dati che vanno ad aggiungersi alla preoccupante previsione dell’Ocse. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico la produzione di plastica è raddoppiata dal 2000 al 2019, raggiungendo arrivando a 460 milioni di tonnellate. Una cifra che potrebbe raddoppiare entro il 2040 se non si adottano strategie globali più forti.
Bisognerà dunque aspettare un nuovo ciclo di incontri per sperare in un testo globale che provi a risolvere l’inquinamento da plastica.