
Si è concluso domenica 19 novembre, a Nairobi, il terzo incontro dell’Unep per definire un trattato globale sull’uso della plastica. I risultati però, non sono stati quelli attesi.
Si è svolto a Nairobi, in Kenya, la terza sessione di incontri (INC-3) dei 175 Paesi membri dell’Unep per discutere delle possibili soluzioni contro l’inquinamento da plastica e per sviluppare uno strumento internazionale che ponga fine al problema.
I negoziati, durati dal 13 al 19 novembre, si sono però conclusi in un generale clima di disaccordo, anticipato dalle preoccupazioni espresse da alcuni Stati prima del terzo incontro.
Una sessantina di Paesi infatti, prima degli incontri a Nairobi, avevano espresso le loro perplessità riguardo la tendenza di altri governi a voler solo aumentare la quota di riciclo della plastica, anziché ridurne la produzione.
Gli incontri avrebbero dovuto accelerare la definizione della bozza per un trattato sull’inquinamento da plastica, ma i termini del documento non sono mai stati veramente affrontati. Un piccolo numero di nazioni produttrici di petrolio – tra cui Iran, Arabia Saudita e Russia – sono state accusate di impiegare tattiche di stallo per ostacolare i progressi.
L’Unep ha comunque espresso “soddisfazione” per i progressi sostanziali compiuti durante i negoziati. “Ora abbiamo un documento – una bozza – che è molto più inclusivo nella gamma delle idee”, ha detto all’AFP Stewart Harris, portavoce del Consiglio internazionale delle associazioni chimiche, un gruppo di pressione che difende gli interessi dell’industria della plastica.
Durante le riunioni, le numerose proposte anziché far sì che il testo venisse rivisto e semplificato, lo hanno reso più lungo.
Trattato sulla plastica, deluse le associazioni ambientaliste: “Falliti gli obiettivi dell’incontro”
Le associazioni ambientaliste hanno espresso la loro insoddisfazione per la mancanza di risultati raggiunti dal terzo incontro. Graham Forbes di Greenpeace ha affermato che l’incontro ha “fallito” i suoi obiettivi: “Se vogliamo proteggere il nostro clima, la nostra biodiversità e la nostra salute, dobbiamo ridurre la produzione di plastica almeno del 75% entro il 2040: questo è indiscutibile, ma oltre la metà del tempo a disposizione per i negoziati è già trascorsa e stiamo procedendo verso il fallimento. I governi stanno permettendo agli interessi legati ai combustibili fossili di guidare i negoziati verso un trattato che, senza alcun dubbio, aggraverà la crisi climatica e accelererà un cambiamento climatico incontrollato”
“Un trattato di successo è ancora a portata di mano, ma richiederà un livello di leadership e coraggio da parte di paesi grandi e più ambiziosi che semplicemente non abbiamo ancora visto”, ha aggiunto Forbes.
Durante la terza sessione di incontri dunque, le divisioni sono aumentate: alcuni Stati si sono mostrati riluttanti alle misure di riduzione della plastica e sono cresciute le divisioni sul tema se il trattato debba essere giuridicamente vincolante oppure volontario.
Il testo rivisto della “Bozza Zero” sarà la base del prossimo ciclo di incontri (INC-4). L’obiettivo finale è di arrivare all’adozione di un trattato entro il 2025. Le prossime sessioni sono previste ad aprile 2024 in Canada e alla fine del 2024 in Corea del Sud.
The #PlasticsTreaty #INC3 closed Sunday with delegates mandating the Secretariat to (by 31 Dec) compile a “revised zero-draft text” to be the basis of talks at #INC4
The Committee was unable to agree on a mandate for intersessional work
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— Earth Negotiations Bulletin (@IISD_ENB) November 19, 2023