Anche la catena del freddo deve adeguarsi agli obiettivi fissati dall’Europa e passare dai sistemi che emettono idrofluorocarburi, inquinanti e climalteranti, a quelli a refrigerazione naturale. In caso contrario, l’Italia rischia una nuova procedura di infrazione. Il paradosso è che nessuno, in Europa, emette più gas fluorurati, ma l’Italia è leader mondiale nella produzione di tecnologie a refrigeranti naturali. Le opposizioni, così come l’intera filiera produttiva, chiedono un sostegno al governo. Patty L’Abbate (M5S): “La transizione ecologica è possibile ma servono norme apposite, oltre al supporto a tutto il sistema Italia”.
Il paradosso è che l’Italia, al tempo stesso, è leader mondiale nella produzione di tecnologie a refrigeranti naturali ma anche il Paese che fa peggio in Europa per emissioni di idrofluorocarburi, inquinanti e climalteranti, nella refrigerazione commerciale. Con l’attuale situazione, gli obiettivi fissati a livello europeo difficilmente saranno raggiunti e il nostro Paese rischia nuove procedure di infrazione anche in quest’ambito. La transizione ecologica deve interessare anche la catena del freddo ma le imprese, specialmente quelle più piccole, hanno bisogno di essere supportate. Le opposizioni chiedono al governo di intervenire, sostenendo il settore con i fondi non ancora spesi del Piano Transizione 5.0, che finora non ha dato i risultati sperati.
“Ne parliamo oggi, ma ne abbiamo già parlato da tempo, perché un emendamento continua ad essere presentato anche in legge di bilancio. Dobbiamo incentivare l’eliminazione dei gas fluorurati, che hanno effetti climalteranti, in quella che è la catena del freddo. È una cosa fattibile, basta dare supporto alle imprese per cambiare e avere nuovi impianti, con l’utilizzo di gas naturali che non sono dannosi” – ha spiegato Patty L’Abbate, deputata del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della VIII Commissione Ambiente della Camera – “Dobbiamo anche ricordarci che rischiamo di avere anche un problema serio con l’Europa se continueremo ad usare gas fluorurati: perché andare in infrazione e pagare, quando possiamo invece risistemare tutto il settore? La tecnologia c’è e il settore è pronto e sa come fare questo cambiamento, è necessaria la norma che lo consenta. Siamo qui per ricordare ancora al governo di dare supporto al sistema Italia, alle piccole e medie imprese che sanno innovare“.
“Il tema della refrigerazione e della catena del freddo ha un ruolo centrale nella lotta alla crisi climatica: ci si pensa di meno, ma oggi, di fatto, è un settore da cui arriva un contributo estremamente rilevante per quanto riguarda le emissioni di gas climalteranti. C’è un altro motivo per cui il tema è strategico: parliamo di un settore in cui il nostro Paese è all’avanguardia, il tema dei refrigeranti naturali vede l’Italia come un Paese di eccellenza, con tanti dei brevetti e delle esperienze industriali più innovative e pronte alla sfida. Quindi, per motivi ambientali ed economici, noi oggi dobbiamo insistere su questo settore” – il punto di Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – “Dobbiamo farlo grazie alle normative che stanno arrivando dall’Europa, ma anche grazie all’innovazione industriale e soprattutto ad un supporto, da parte dello Stato e del governo, che aiuti e agevoli questa transizione verso una trasformazione del settore che veda gli stessi servizi di refrigerazione e raffrescamento che offre oggi, ma con un impatto ambientale estremamente ridotto e soprattutto senza emissioni climalteranti“.