Un convegno organizzato dal Centro Speranza di Fratta Todina (Pg) ha offerto un approfondimento sul tema del ‘prendersi cura’ da tre prospettive fondamentali: religiosa, filosofica e scientifica. Molti i relatori presenti all’iniziativa e numerosa la partecipazione da parte di cittadini e associazioni.
In Umbria, presso il Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza di Todi, si è svolto il convegno ‘Prendersi cura: un’esperienza di amore e speranza che dura da 40 anni’.
La giornata di studio, organizzata dal Centro Speranza di Fratta Todina ha offerto un approfondimento sul tema del ‘prendersi cura’.
Ai microfoni di Teleambiente, l’importanza dell’iniziativa è stata sottolineata dalla direttrice sanitaria del Centro Speranza, Maria Vittoria Ercolani.
“Al Santuario di Collevalenza – ha spiegato Maria Vittoria Ercolani – abbiamo affrontato una giornata di studio e di riflessione sul tema del ‘prendersi cura’ che si inserisce nel ciclo di eventi che sono dedicati alla celebrazione dei 40 anni dalla fondazione del Centro Speranza”.
“Abbiamo cercato di proporre questo tema, ‘prendersi cura e curare’ – ha evidenziato Maria Vittoria Ercolani – da molti punti di vista, quello filosofico, spirituale e scientifico, ma anche quello più pratico, con l’apporto delle esperienze delle famiglie e di centri simili al nostro, come l’Istituto Serafico di Assisi e la Comunità di Capodarco di Perugia, ed anche con il contributo di associazioni come Anffas”.
“Sono entrati in gioco dei relatori di grande spessore – ha aggiunto – ed ognuno ha dato il suo prezioso contributo a questo tema”.
L’evento ha visto la partecipazione di esperti e testimoni che hanno esplorato come la cura sia al centro dell’esperienza umana, non solo come gesto pratico, ma come atto di amore e dedizione.
L’aspetto religioso ha evidenziato il ruolo della spiritualità nel prendersi cura dell’altro.
La riflessione filosofica ha invitato a considerare la cura come un valore universale, radicato nell’etica e nella dignità della persona.
Infine, l’approccio scientifico ha fornito una prospettiva educativa e sanitaria, evidenziando l’importanza di un’assistenza completa e integrata per le persone con disabilità.
“Abbiamo inoltre cercato – ha continuato Maria Vittoria Ercolani – di affrontare tutti quegli aspetti diversi del prendersi cura che non sono legati soltanto all’aspetto riabilitativo, ma anche all’inclusione e alla necessità di collaborare tutti insieme”.
“Soltanto facendo rete – ha concluso Ercolani – possiamo poi veramente fornire una cura migliore, un trattamento migliore ed una qualità della vita migliore, a tutte le persone con disabilità e alle loro famiglie”.
Il convegno, che, come detto ha visto la presenza di numerosi relatori, si è chiuso con il contributo pratico delle famiglie e dei rappresentanti di realtà simili al Centro Speranza, come il Serafico di Assisi e la Comunità Capodarco di Perugia, e di Anffas per loro (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) della Regione Umbria.