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“Ti do mia figlia in cambio di cibo”, nuove spose-bambine in Africa a causa della siccità

Ti do mia figlia in cambio di cibo, nuove spose-bambine in Africa a causa della siccità

In diversi Paesi dell’Africa meridionale è in corso una grave siccità che sta mettendo a dura prova la possibilità di sopravvivenza di milioni di famiglie. E per evitare che si muoia di fame alcuni genitori decidono di concedere le proprie figlie al miglior offerente in cambio di cibo per sfamare gli altri figli. 

Emily ha 14 anni e vive da sempre a Siamuluwa, un piccolo villaggio in Zambia. La vita è sempre stata difficile ma da qualche anno per lei e la sua famiglia sta diventando davvero impossibile. Il cibo è poco e per trovare acqua potabile bisogna camminare decine e decine di chilometri sotto il sole battente.

La vita è ormai tanto difficile che non c’è cibo e acqua per tutti. E i suoi genitori stanno pensando di darla in sposa al migliore offerente in cambio di cibo per poter sfamare il resto della famiglia.

Il nome Emily è di fantasia ma la storia è verissima ed è comune a tante sue coetanee che vivono in Zambia, un paese africano tra i più colpiti dalle conseguenze della crisi climatica.

Le ondate di siccità collegate al riscaldamento globale hanno creato una crisi alimentare senza pari in diverse nazioni del Continente africano e in molte famiglie si stanno valutando due ipotesi: vendere le proprie figlie in cambio di cibo o darle in spose a qualcuno in modo che sia lui a occuparsi del suo sostentamento.

A lanciare l’allarme è Action Aid, una organizzazione non governativa molto attiva in Africa che di recente ha pubblicato un report in vista del vertice del SADC, la Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale.

La siccità africana in cifre

In Zimbabwe, Zambia, Malawi e altri stati limitrofi lo scorso febbraio è stato il più secco degli ultimi 100 anni. Una diminuzione della quantità di pioggia di oltre il 70% rispetto alla media stagionale.

Un problema che è legato sia alla crisi climatica in corso sia a un fenomeno meteorologico naturale chiamato El Niño che comporta (tra le altre cose) innalzamenti delle temperature e periodi siccitosi a diverse latitudini.

Questi fenomeni, sia di origine naturale come El Niño, sia legati alla crisi climatica, hanno avuto conseguenze devastanti sull’intera regione. Infatti, delle 68 milioni di persone dell’Africa meridionale colpite dalla siccità circa 57 milioni si trovano in condizioni di insicurezza alimentare. In altre parole: non è detto che possano trovare cibo e acqua necessari per sopravvivere nel medio periodo.

Giovani donne date in spose in cambio di cibo

Ecco dunque che di fronte alla prospettiva della non sopravvivenza si iniziano a prendere in considerazione anche pratiche drammatiche come la “vendita” delle figlie come spose in cambio di cibo.

In questo modo non solo si garantisce la sussistenza agli altri fratelli e sorelle, ma si fa sì che sia qualcun altro a doversi occupare della sussistenza di queste donne, a volte anche giovanissime.

Un problema molto comune nelle zone più povere dell’Africa, come ha spiegato a TeleAmbiente l’attivista Carola Farci che di recente si è recata in Kenya con l’associazione Rebelterra per un progetto dedicato proprio alla consapevolezza climatica nelle giovani donne.

“La crisi climatica coinvolge soprattutto le categorie più fragili – ha spiegato Carola Farci nella video intervista -. E in questo contesto rientrano le donne. Nel momento in cui c’è un periodo di carestia e quindi tanti animali muoiono, animali destinati al pascolo come le mucche, le capre, le famiglie si ritrovano senza una fonte di introito importante, si ritrovano di conseguenza alla fame e allora qual è la prima cosa che fanno? Danno le loro figlie in sposa al primo pretendente. Stiamo parlando di ragazze molto giovani, anche 12-13 anni”. 

GUARDA LA VIDEO INTERVISTA COMPLEATA A CAROLA FARCI IN QUESTO SERVIZIO