“I test sull’olio sono giornalismo d’inchiesta”: il giudice dà torto a Coricelli sulla vicenda del falso extravergine

L’azienda produttrice di olio Coricelli aveva citato in giudizio la rivista il Salvagente per 20 milioni di euro di danni per la vicenda dei test sull’extravergine: richiesta totalmente respinta dal tribunale di Spoleto.

Dopo quasi 8 anni si chiude anche la parte civile del processo ai danni del Salvagente, intentato da Coricelli dopo quella penale.

Il giudice del tribunale di Spoleto ha dato torto all’azienda nella causa promossa nei confronti della rivista e del vicedirettore Enrico Cinotti, che aveva firmato il test in cui il Salvagente aveva messo alla prova 20 dei principali marchi di olio extravergine rilevando, come nel caso di Coricelli, una tale presenza di impurità da “declassare” il marchio a semplice olio vergine.


L’azienda aveva prima denunciato penalmente il Salvagente, denuncia archiviata in breve tempo, e poi civilmente, chiedendo oltre 20 milioni di euro di danni per quella che riteneva un’azione “diffamatoria e lesiva della reputazione, dell’onore e della dignità e/o del decoro della Coricelli.”

La vicenda si è conclusa il 10 gennaio con l’assoluzione della rivista, e con anzi la condanna per Coricelli a pagare 60mila euro circa di spese legali, sia al Salvagente che a Repubblica, che aveva riportato per prima i dettagli dell’inchiesta.

“Il giudice che ci ha assolto ha rilevato che il lavoro di inchiesta del Salvagente sia più che corretto” ha raccontato il direttore Riccardo Quintili nel consueto appuntamento con il Punto di Giuseppe Vecchio, in onda su TeleAmbiente.

“Ma ha detto anche qualcosa di più: ha spiegato che esiste un giornalismo d’inchiesta che si occupa di scavare nei meandri bui delle notizie, e questo giornalismo deve essere tutelato.

Una sentenza giusta, “che ci rinfranca e ci sostiene per continuare a fare il nostro lavoro di giornalisti”.