Nelle chat, i due arrestati volevano colpire Meloni e Berlusconi “a ciabattate”.
Mentre Bruxelles è ripiombata nell’incubo del terrorismo, a Milano la Polizia di Stato ha arrestato un egiziano e un cittadino naturalizzato italiano di origini egiziane, rispettivamente di 44 e 49 anni. I due uomini sono accusati di far parte di una cellula terroristica che cercava di reclutare e addestrare combattenti per la jihad.
L’inchiesta era partita nell’agosto 2021, quando tracce dei due indagati erano state rinvenute in alcuni gruppi WhatsApp riconducibili all’Isis. Proprio sul web, e tramite applicazioni di messaggistica istantane, avvenivano le azioni di proselitismo e reclutamento di nuovi combattenti jihadisti.
Le indagini andavano avanti da tempo e i tempi dell’operazione, hanno precisato i procuratori di Milano, non hanno nulla a che vedere con la delicata situazione in Medio Oriente o con l’attentato a Bruxelles. I due arrestati, estremamente competenti nell’uso di armi, avrebbero anche versato migliaia di euro a favore di vedove di combattenti jihadisti residenti tra Egitto, Palestina, Siria, Yemen e Libano.
Nelle varie chat analizzate da investigatori e inquirenti, sono state rinvenute anche minacce nei confronti di Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, risalenti all’ottobre del 2022: “Siamo pronti a colpirli a ciabattate“.