Terra dei Fuochi. Brucia ancora la Terra dei Fuochi. Sono 12 gli incendi segnalati nelle ultime 48 ore nell’area a Nord di Napoli e altrettanti nel casertano.
“Ho chiesto che le rispettive Prefetture convochino con la massima urgenza un tavolo congiunto per concordare misure di prevenzione concrete sui territori – afferma la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan denunciando l’accaduto – non dobbiamo darla vita agli infami avvelenatori della nostra terra!”.
“Gli incendi – prosegue l’on. Rostan – rappresentano un attentato alla salute pubblica di decine di migliaia di cittadini di fronte al quale le istituzioni devono dare un segnale forte e deciso. Rinforzando la presenza sul territorio delle pattuglie di forze dell’ordine e incrementando le attività di intelligence per arrivare ai mandatari di questi folli gesti criminali. Non è ammissibile che i controlli vengano meno proprio nel periodo dell’anno, quello estivo, dove il fenomeno e’ maggiormente avvertito”.
Terra dei fuochi, Casa Surace e Ministero dell’Ambiente insieme per la legalità VIDEO
“Complice lo svuotamento delle città – aggiunge – si lascia campo libero agli avvelenatori senza scrupoli. Mi chiedo dove siano finite le pattuglie aggiuntive dell’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, promesse in pompa magna nel corso dei suoi tour elettorali in Campania e mai arrivate realmente sui territori. Contro le ecomafie – conclude la parlamentare campana – serve mostrare i muscoli e garantire la presenza dello Stato sui territori. Cosa che finora non è mai avvenuta”.
Lo scorso 2 agosto, in una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, chiedeva di rilanciare il Protocollo d’intesa contro i roghi tossici firmato a novembre 2018 e di mettere in campo (per applicarlo al meglio) azioni sempre più decise.
Nella lettera Costa chiedeva di convocare una riunione dei ministri che hanno sottoscritto quel patto per poter capire quali sono stati i risultati conseguiti e in che modo portare avanti l’azione che ha prodotto (fino a quel momento) il raggiungimento di “traguardi concreti”.
“La Terra dei fuochi – sottolinea il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – è stata una delle mie priorità nei 14 mesi di governo. Sempre. Subito, a luglio 2018, ho chiesto e ottenuto dal ministro dell’Interno Salvini che i siti di stoccaggio di rifiuti fossero messi sotto tutela speciale e controllati dalle prefetture. Una prescrizione che ha stentato a decollare, che ho successivamente stimolato ulteriormente e che poi è stata applicata”.
“Grazie a un emendamento di Carlo Sibilia – spiega poi Costa – è stata approvata la norma che impone agli impianti di stoccaggio dei rifiuti la videosorveglianza esterna ed interna.
Sono stati utilizzati dei droni a sorvegliare il territorio e grazie a questa attività sono stati fermati dei criminali poco prima di incendiare rifiuti e quindi congiurati dei roghi.
Ho personalmente partecipato al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ogni due mesi, e l’ultimo il 27 giugno. Ho detto a chi si sentiva sollevato per il numero di roghi in diminuzione che l’estate era alle porte e con essa i rischi maggiori. Ognuno doveva fare di più. L’ho chiesto davanti ai prefetti e a tutti i comandanti delle forze dell’ordine. Sono arrivati altri 55 militari grazie alla ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Sono aumentati i controlli delle attività industriali abusive, che quindi producono rifiuti abusivamente da smaltire illecitamente”.
Il protocollo, sottoscritto da sette ministri (tra cui anche i vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini e Luigi Di Maio) ha come obiettivo quello di rafforzare la sorveglianza nei punti sensibili, istituendo anche una task force guidata da Palazzo Chigi.
Lo scopo è quello di mettere in campo un piano d’azione del governo contro i roghi tossici e gli interramenti abusivi di rifiuti, anche attraverso l’aiuto del personale dell’esercito.
Si tratta insomma, di un piano di azione in più punti:
- un intervento sanitario con i medici di base
- pulizie straordinarie coordinate tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione (contemporaneamente il ministero è a lavoro per alleggerire la filiera e gli impianti)
- un controllo straordinario delle fabbriche in nero della zona da cui arriva gran parte dei rifiuti bruciati illegalmente
- più militari a presidiare i siti
Il protocollo però non ha convinto, e non convince, alcune associazioni ambientaliste tra cui Legambiente che, nel giorno della firma, ha manifestato il suo dissenso fuori la Prefettura.
Per l’associazione ambientalista, le misure prese dal Consiglio dei Ministri Straordinario, per come sono state strutturate, non saranno risolutive per la Campania.
A loro avviso infatti, si tratta di azioni insufficienti e che sono già state adottate in passato, come la militarizzazione dei siti di stoccaggio dei rifiuti e l’utilizzo dei droni, con non poche polemiche.
“A novembre 2018 il Governo qui a Caserta ci ha raccontato il passaggio dalla Terra dei Fuochi alla Terra dei Cuori, noi questi cuori non li abbiamo visti e di quel protocollo ricordiamo la giornata importante ma non sappiamo dove siano finiti gli uomini e le donne che dovevano controllare questo territorio” – commenta la presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato -abbiamo partecipato invece ad una riunione con la Cabina di regia del Prefetto delegato alla Terra dei Fuochi, Gerlando Iorio, che ha ammonito, consigliava ai Sindaci di rimuovere i rifiuti abbandonati quindi di bonificare le micro discariche presenti sul territorio. Proprio di quello avrebbe bisogno questo territorio. Di una grande opera di rimozione di questi rifiuti e poi di prevenirli quei rifiuti. Di combattere l’abbandono illecito dei rifiuti attraverso una grande opera di controllo del territorio, e questo vorrebbe dire far emergere quell’economia illecita che ancora è fortemente radicata sul territorio. Per fare tutto questo, la Terra dei Fuochi deve diventare una priorità di tutta la classe dirigente, dai Governi fino alle Amministrazioni territoriali. E oggi, non sembrava essere la priorità del Governo passato”.
“L’estate scorsa c’era stata una diminuzione degli incendi – conclude Imparato – quest’estate invece si è riproposto un fenomeno che non è mai scomparso del tutto in questo territorio, a danno di una comunità che davvero è stanca e che ha bisogno di un segnale importante e forte da parte della politica”.
Ma non è tutto.
La Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo ha avviato contro il Governo italiano il processo per la situazione nella cosiddetta ‘Terra dei fuochi’.
Terra dei Fuochi, Corte Ue avvia processo contro l’Italia: ‘non difese salute cittadini’
L’accusa da cui l’Italia si dovrà difendere è di non aver adottato misure sufficienti per proteggere la salute dei cittadini della zone comprese tra le province di Napoli e Caserta (Terra dei Fuochi) inquinata da discariche abusive ed incendi di rifiuti.
La Corte ha accolto in via preliminare i ricorsi ricevuti da cittadini e associazioni (oltre 3500 presentati tra il 2014 e il 2015) che denunciano la violazione dei loro diritti alla vita e al rispetto della vita famigliare, sanciti dalla convenzione europea dei diritti umani.