A Terni sono partite le analisi del tappetino di usura e base binder del tratto sperimentale della SS 209 Valnerina, in ottemperanza della convenzione Arpa Umbria – Tapojarvi per l’utilizzo di filler proveniente da scorie della lavorazione di acciaio della Arvedi Acciai Speciali Terni.
In Umbria, sulla SS 209 Valnerina, in provincia di Terni, alle porte di Ferentillo, si sono svolte le operazioni di fresatura e campionamento dell’asfalto realizzato utilizzando filler proveniente dal recupero delle scorie di lavorazione dell’acciaio da parte di Tapojarvi, società finlandese che si occupa della gestione e del recupero delle scorie derivanti dal processo siderurgico di Ast Arvedi.
Il progetto in un’ottica di economia circolare, consente di diminuire significativamente l’utilizzo della discarica aziendale e allo stesso tempo di fornire un materiale per la produzione di conglomerato bituminoso alternativo a quello naturale estratto dalle cave.
Tali lavori hanno dato seguito a quanto previsto dal protocollo d’intesa sottoscritto il 16 luglio scorso tra Arpa Umbria e Tapojarvi Italia S.r.l..
Il campionamento, è stato eseguito dai tecnici di Arpa Umbria.
Ai microfoni di Teleambiente il procedimento è stato illustrato da guidati dall’Ing. Francesco Longhi, direttore del dipartimento Umbria Sud di Arpa.
“Noi – ha spiegato l’ing. Longhi – abbiamo sottoscritto una convenzione con Tapojarvi per fare delle analisi ambientali, è un test di cessione, vale a dire che si calcola quanto materiale viene rilasciato in ambiente quando viene sottoposto ad una percolazione di acqua, quindi eventuali micro inquinanti presenti in ambiente”.
“Questo – ha ricordato Francesco Longhi – dà seguito ad una convenzione dell’anno scorso in cui si stendeva circa 1 km sulla s.s. 209 Valnerina di binder e tappetino utilizzando nella granulometria del filler il materiale proveniente da Ast Arvedi, che anziché andare nella discarica aziendale viene riutilizzato”.
“Noi – ha detto Longhi – abbiamo già fatto lo scorso anno il test di cessione, che è stato positivo e quindi ha permesso di stenderlo, ora si effettua un’attività di fresatura, cioè viene fresato il conglomerato bituminoso (sia il binder da 8 cm, sia il tappetino da 4 cm) sottoposto al test di cessione e a quel punto possiamo classificare il materiale, che esce dalla qualifica di rifiuto, come materiale ‘End of waste’ e quindi avremmo chiuso la famosa economia circolare”.
“Quindi – ha sottolineato ancora Francesco Longhi – un materiale che dovrebbe andare in discarica viene riutilizzato per fare pavimentazioni stradali. Questo progetto, che noi stiamo portando avanti sulla ss 209 Valnerina, è stato citato dal presidente dell’Anas in un recente convegno sugli asfalti, come esempio virtuoso”.
“Questo – ha aggiunto – mette in evidenza l’importanza del progetto che se positivo, come noi crediamo, potrà sdoganare questo materiale nei vari capitolati Anas per tutte le strade Anas d’Italia, ma non solo. Ricordiamoci che le pavimentazioni vengono stese anche dai comuni e dalle province, quindi noi potremmo ridurre l’apporto di materiale di cava naturale, ridurre lo smaltimento nella discarica aziendale e quindi utilizzare un materiale che ha delle ottime caratteristiche, anche meccaniche per fare conglomerato bituminoso”
Alle operazioni erano presenti tra gli altri, anche l’assessore regionale Enrico Melasecche e l’ Ad di Tapojarvi Martti Kaikkonen.
“Sono molto felice di questa opportunità – ha riferito l’ Ad di Tapojarvi Martti Kaikkonen – perché oggi si chiude questo ciclo di analisi che sarà fondamentale per poi dare il via libera al resto del progetto”.
“Come ha detto l’ingegner Longhi – ha continuato Kaikkonen – il filler è a una granulometria da 0 a 1 millimetro, ed è già stato utilizzato in questa occasione, ma stiamo portando avanti i prossimi step, che sono tutte le analisi sugli aggregati, saranno di misure diverse e procederemo ad avere una marcatura CE anche su questi aggregati”.
“Anche questi aggregati – hanno concluso da Tapojarvi – potranno essere riutilizzati per creare il manto stradale”